"Costruiremo ancora cattedrali"
l’esoterismo
cristiano da Giovanni Cantoni a Massimo Introvigne
Alleanza
Cattolica, l’associazione fondata da
Giovanni Cantoni "a metà degli anni ‘60" (1), gode oggi alla fine degli anni ‘90, dopo più di 30
anni di attività, se non di una certa notorietà, almeno di una certa influenza.
Tra i suoi militanti, l’on. Michele Vietti (2) è membro del
Consiglio Superiore della Magistratura (quota CCD), l’on. Alfredo Mantovano è
stato coordinatore di Alleanza Nazionale e ne è il responsabile per la
giustizia, Massimo Introvigne (la cui notorietà ha valicato i confini
nazionali) (3) è forse il più noto esperto di "sette" e
"nuovi movimenti religiosi", nonché fondatore del CESNUR. Il mensile Percorsi,
vicino ad Alleanza Nazionale, è quasi appaltato ad Alleanza Cattolica
(4). Molti suoi dirigenti, infine, sono stimati docenti
universitari. Alleanza Cattolica è stata ed è ancora influente anche nel
(piccolo) mondo del tradizionalismo cattolico. In Italia rappresenta, col Centro
Culturale Lepanto del prof. Roberto De Mattei ed altri movimenti similari,
il pensiero e l’azione della brasiliana Società per la difesa della Tradizione,
della Famiglia e della Proprietà (TFP) del prof. Corrêa de Oliveira, che
tanto peso ha avuto in questo ambiente, non solo in America Latina, prima,
durante e dopo il Concilio Vaticano II. Dopo aver appoggiato il movimento di
Mons. Lefebvre, Alleanza Cattolica se ne separò a partire dal 1981. Da
allora le posizioni di Alleanza Cattolica si sono senza dubbio
modificate su molte questioni, prima fra tutte la libertà religiosa, fino al
punto che gli eredi (in tutti i sensi) del padre gesuita Florido Giantulli (5) (uno dei più preparati e determinati avversari della
massoneria) non disdegnano, come abbiam visto più volte nel caso di Massimo
Introvigne, i contatti con la Setta (6), fino a
difendere - come vedremo - la possibilità di un esoterismo cristiano. Tuttavia,
si deve parlare di deviazione di Alleanza Cattolica dal suo spirito
originale, come molti pensano, oppure di un ritorno alle origini (che in fondo
non erano mai state rinnegate)? Il presente articolo vuole rispondere, tra
l’altro, a questa domanda.
Alle origini di Alleanza
Cattolica: Giovanni Cantoni e l’esoterismo
Giovanni Cantoni
stesso ha scritto, per Lo Stato di Marcello Veneziani, il seguente curriculum
della sua vita, che trascrivo fino al 1973: "Nasce a Piacenza nel
1938. Dal 1950 al 1960 milita con qualche discontinuità nel Msi. Nel 1960
raccoglie - con altri - articoli del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio in un
volume dal titolo ‘La libertà tirannia’. ‘Saggi sul liberalismo risorgimentale’
si impone come un manifesto contro la ‘rivoluzione italiana’. Nel 1962 è
cofondatore delle Edizioni dell’Albero, con cui pubblica scritti di Thomas
Molnar, Francisco Elìas de Tejada e Plinio Corrêa de Oliveira. Dal 1967 al 1969
cura testi di Jean Servier, Mircea Eliade e ‘La Cerca del Graal’. Nel 1973
fonda e dirige la rivista ‘Cristianità’" (1). Con Cristianità, Alleanza Cattolica esce
dalle ‘catacombe’ dove viveva da qualche anno: da allora, per conoscere il
pensiero del movimento, ormai ancorato a quello della T.F.P., basta consultare
le vecchie annate del mensile. Ma quali sono le origini del movimento cattolico
piacentino? Già la breve autopresentazione cantoniana ci svela - pur nelle sue
significative reticenze - delle quali parlerò - un’unione di filoni
apparentemente eterogenei: dopo la militanza missina, che è una eredità paterna
(7), si nota che, a un cattolicesimo anti-risorgimentale
e contro-rivoluzionario [influenzato però dal conservatore massone Burke (8) e dal tradizionalista massone De Maistre], si
affianca la discussa personalità del Prof. de Oliveira (9), ed infine si trova l’indiscutibile presenza
dell’esoterismo, rappresentata da autori come Servier o Eliade, e da temi come
quello del Graal. Cerchiamo di approfondire. Sempre nella sua autobiografia,
Cantoni si pone nel campo del "conservatorismo tradizionalista e
controrivoluzionario...". Ora, senza risalire ad Adamo ed Eva,
l’attuale tradizionalismo italiano, che formò anche il giovane Cantoni,
sorse negli ambienti del nascente Movimento Sociale Italiano dell’immediato
dopoguerra. I giovani che non si limitavano alla nostalgia o al reducismo, e
che non erano assorbiti dalla vita partitica, si rivolsero sostanzialmente a
due maestri: René Guénon e, soprattutto, Julius Evola (10), il quale, ancora vivo e vegeto in quegli anni, fu
"maestro" non solo attraverso i suoi libri ma anche, spesso,
attraverso la conoscenza personale, "da bocca a orecchio".
Dall’esperienza evoliana provengono quasi tutti i futuri capofila del
"tradizionalismo cattolico": Primo Siena e Silvio Vitale, Fausto
Belfiori e Fausto Gianfranceschi, Roberto De Mattei (discepolo di Zolla) e
Riccardo Pedrizzi, Piero Vassallo (ex Figlio del Sole) e Pino Tosca,
Franco Cardini (allievo di Mordini) e Maurizio Blondet, Carlo Fabrizio Carli e
Gabriele Fergola ecc. ecc. Ma con Evola e Guénon ci troviamo in un
tradizionalismo che - malgrado (?) le radici maistriane - non può essere certo
definito cattolico, ma piuttosto esoterico; anzi, sotto molti aspetti,
anticattolico, se non massonico (11). Chi fece,
allora, da ponte tra il tradizionalismo esoterico acattolico ed il
tradizionalismo (esoterico) cattolico? Sergio Sotgiu, in un articolo pubblicato
sul Giornale del 21 maggio 1998, attribuisce ad Attilio Mordini (12) e Silvano Panunzio (13) quel
processo "di conversione al cattolicesimo di elementi di formazione
tradizionale che avevano in precedenza mostrato poca o punta simpatia per la
religione cristiana". Non è certo questo il luogo per fare una storia
del tradizionalismo italiano (14). Per restare nel nostro tema,
quello cioè di Alleanza Cattolica, basti accennare a quella che è più
che una curiosità: la fondazione, il 29 settembre 1956, festa di San Michele
Arcangelo, dell’Alleanza Cattolica Tradizionalista (15). La scelta di San Michele è simbolica: "Castel
Sant’Angelo [è] simbolo insonne della ‘terza Roma dello Spirito Santo’
che si erge vigile tra la ‘Roma dei Cesari’ riassunta dal Colosseo, e la ‘Roma
dei Papi’ simboleggiata dalla vaticana Basilica di San Pietro" (Primo
Siena) (16). La prima Alleanza Cattolica fu promossa
dalla rivista veronese Carattere, fondata nel dicembre del 1954 da Primo
Siena, che il giovane Cantoni chiamava "l’ultima voce [profetica] sulla
crisi" del mondo moderno (17). "Il
cattolicesimo di ‘Carattere’ aveva i suoi punti di riferimento in Papini,
ispiratore di Adolfo Oxilia e della rivista l’Ultima (18), in Attilio Mordini, in Domenico Giuliotti e in
Silvano Panunzio; era un cattolicesimo che si disse, perciò, ‘ghibellino’ e,
proprio in quanto tale, sempre prestò un’adeguata attenzione critica all’opera
di Julius Evola..." (19). Su L’Ultima scrivevano
Panunzio e Mordini, e furono Panunzio (e Mordini) gli "ostetrici" che
fecero nascere a una seconda vita (quella della "via cavalleresca di un
cristianesimo aristocratico e ghibellino") (11) Primo Siena e tanti altri... Ma qual’era la
"Tradizione" di Panunzio e di Carattere? Essa è "via
sacra che conduce entro il cuore della Realtà ovvero del Tempio
(iniziazione=in-ire)". Una Tradizione "che non sia anonima,
non sia generica, non sia opinabile, non sia immaginaria, non sia volubile, non
sia inesistente, ma porti chiaramente impresso uno dei nomi seguenti:
Cristianesimo, Giudaismo, Islamismo, Buddismo, Confucianesimo, Taoismo,
Parsismo". "Tutte queste famiglie possono, più o meno, ricondursi
alla Tradizione originaria, o Tradizione adamitica" (20). Il Cristianesimo è quindi "uno dei
nomi" della Tradizione, seppur il più perfetto, e di qual ‘Cristianesimo’
si tratti, si può immaginare... O meglio, ce lo spiega Mordini quando
identifica ‘l’Uomo universale’," unica e valida misura di ogni
gerarchia", cioè ‘l’Adam Qadmon’ della Cábala, con l’Homo
Christus Jesus! (21). È questo
"tradizionalismo", che possiamo chiamare "esoterismo
cristiano", che formò il giovane Cantoni. Riprendiamo il filo della sua
autobiografia. Il primo lavoro (con Carlo Emanuele Manfredi) fu la riedizione,
sotto il titolo La libertà tirannia, dei Saggi sul liberalismo
risorgimentale che Padre Taparelli d’Azeglio aveva pubblicato sulla Civiltà
Cattolica il secolo scorso. Nel clima del centenario dell’Unità d’Italia,
infatti, alcuni giovani missini tradizionalisti coglievano a ragione nel Risorgimento
l’inizio di una perniciosa "Rivoluzione italiana" succeduta
a quella francese. Nello stesso anno, Silvio Vitale inaugurava a Napoli, sulla
scia di Alianello, L’Alfiere ("pubblicazione napoletana
tradizionalista"). Un inizio perfettamente cattolico e anti-liberale,
quindi, quello di Cantoni e Vitale. L’accento posto sui pensatori cattolici
contro-rivoluzionari del XVIII-XIX secolo conteneva però, in nuce, un pericolo:
de Bonald, de Maistre, Donoso Cortes, "i tre padri laici della Chiesa di
Roma" secondo i tradizionalisti (22),
inoculavano tutti l’errore filosofico, condannato dalla Chiesa (23), del "tradizionalismo" e, tramite esso,
una buona dose di ‘esoterismo cristiano’. "Nel 1962 - scrive
Cantoni di se stesso - è cofondatore (24) delle
Edizioni dell’Albero", detto anche Centro Editoriale Torinese. Cantoni
ricorda, ora, tre autori resi noti in Italia da quelle edizioni: Molnar (25), de Tejada, Plinio Corrêa de Oliveira (quest’ultimo
diverrà il suo maître à penser). La lista non è esaustiva, naturalmente
(26). Il secondo libro fatto stampare da Cantoni per la
Dell’Albero, infatti, fu Il Tempio del Cristianesimo di Attilio Mordini
(1963). Stupisce l’omissione che Cantoni fa del nome di Mordini, che pure tanto
peso ebbe nella sua formazione e nelle sue idee, anche attuali. Eppure,
quando il 26 e 27 maggio 1962 si tenne a Napoli il primo convegno
tradizionalista (con la partecipazione dei guénoniani della neonata Rivista
di Studi Tradizionali, versione italiana di Études traditionnelles),
i relatori furono solo 4: Mordini, Vitale, Ruta e, appunto, Cantoni (27). Il pensiero di Cantoni su Mordini è espresso in due
suoi articoli, pubblicati su L’Alfiere: Considerazioni sul Tempio del
Cristianesimo e Mordini, nel nostro tempo, contro il nostro tempo (28). Per Cantoni, Mordini fu "profeta della
crisi (...) ma anche testimone, cioè martire, per il suo
superamento"; Il Tempio del Cristianesimo è una "opera
fondamentale". Di questi articoli di Cantoni, scritti dopo il 1963-64
quando egli fece pubblicare la "Bibbia" di Alleanza Cattolica,
Rivoluzione e Controrivoluzione per i tipi della Dell’Albero (nonché
l’ottimo Problemi dell’apostolato moderno di Mons. de Castro Mayer, allora
legatissimo alla TFP), scritti quindi da un Cantoni già
cattolico-controrivoluzionario, vorrei sottolineare alcuni aspetti.
Innanzitutto, il suo giudizio, strabiliante, su René Guénon. Dopo aver citato,
tra "i profeti della crisi del mondo moderno" anche Julius
Evola, Cantoni aggiunge: "solo uno, a nostro avviso, ha detto quanto
andava detto ed era possibile dire: René Guénon". E, citando il
futuro card. Danielou (29), scrive: "‘egli ha
toccato i problemi più essenziali di oggi, quello della civiltà tecnica e della
minaccia che essa comporta, quello dell’organizzazione della società economica
e politica’. La sua opera ‘si costruisce così completamente al di fuori della
mentalità moderna, ne urta così violentemente le abitudini più inveterate, da
rappresentare una specie di corpo estraneo nel mondo intellettuale di oggi. Ma
questa appunto è la saggezza di Guénon, d’essersi saputo completamente liberare
da tutti i pregiudizi del giorno e di avere elaborato la sua opera con un
inflessibile rigore’ (Danielou)". Come non definire allora
"guénoniano", il Cantoni che pure aveva già pubblicato Rivoluzione
e Controrivoluzione del de Oliveira? Lo stesso libro del Mordini, definito
da Vitale "di larga ispirazione evoliana" (30), riporta in bibliografia, con de Oliveira, un solo
libro di Evola e ben quattro di Guénon (31). Evidente è
poi l’influenza di Panunzio su Mordini e su Cantoni, che, entrambi, si rifanno
al panunziano "cattolico sveglio" (32).
Abbiamo visto che Panunzio preconizza una "terza Roma dello Spirito santo"
che succeda a quella dei Papi, un Cristianesimo giovannèo (mistico), la venuta
del Regno. Millenarismo? Certo. Lo scrive pure Cantoni: attendendo "qualche
evento di portata più che individuale", egli rinvia a Panunzio "per
distinguere il millenarismo materialistico da quello spiritualistico, l’attesa
del regno da quella del Regno" (33).
Esplicitamente millenarista è Mordini: "Come Renan, l’intero popolo
ebraico rifiutò di credere al Cristo perché lo vide nudo sulla croce e non vide
l’intero universo mutare volto per la presenza di Dio incarnato. L’ebreo
Ernesto Renan voleva un Cristo non tocco da morte, un Cristo passato da vita
terrena alla gloria; ebbene, l’Apocalisse ci parla appunto di questa seconda
venuta del Salvatore nella sua carne gloriosa per non più morire. Ce lo
descrive a cavallo, regnante con verga di ferro sul mondo; e sulla coscia sta
scritto ‘rex regum et Dominus Dominantium’. Allora, anche il popolo ebraico, finalmente
pago nel suo messianismo, si convertirà a Lui. Ecco dunque nell’Apocalisse
di Giovanni, come del resto in tutta la Rivelazione Cristiana, il messianismo
giudaico da un lato e il grande ritorno cosmico della Tradizione ariana
dall’altro, si incontrano in un unico adempimento per il mistero
dell’Incarnazione e per la manifestazione gloriosa del millennio di regno che
precederà la fine del mondo" (34). Dopo aver
rigettato l’interpretazione agostiniana del millennio (identificato con "l’era
cristiana attuale") (35), appoggiandosi abusivamente
sul Montfort (36), Mordini scrive ancora ne Il Tempio del
Cristianesimo: "è chiaro che l’Anticristo, secondo l’Apocalisse,
regnerà prima della venuta di Gesù a cavallo delle nubi che aprirà il
millennio. Alla vigilia della fine del mondo, prima della chiusura dei mille
anni, l’anticristo verrà ancora disciolto per brevissimo tempo; non per
regnare, ma solo per tentare l’ultimo attacco al Regno di Cristo. (...)
Concludendo, perciò, è evidentissimo che, secondo san Luigi de Montfort, la
fine del mondo che egli dice molto vicina e preannunciata dall’illuminismo
(...) sta ad indicare la fine di questo mondo, di questo ciclo storico
iniziatosi con l’Incarnazione e che ha da chiudersi prima del regno
dell’Anticristo. Dopodiché si aprirà il Millennio; indi l’ultimo attacco
dell’Anticristo e la definitiva fine del mondo con il trionfo della Gerusalemme
Celeste (...)". Questo "Millennio", per Mordini, non può
coincidere con l’èra attuale del Cristianesimo (quella della Chiesa) giacché "il
Cristo dell’èra attuale non si è ancora manifestato come Imperatore (tale è il
significato del termine ebraico di Messia) e come gli Ebrei lo attendevano e
lo vedranno, nella seconda venuta, ad operare anche la conversione di
Israele!" (37).
Mi sono dilungato
con questa citazione mordiniana poiché chi conosce le tesi di Plinio Corrêa de
Oliveira sul prossimo Regno dello Spirito Santo e Regno di Maria non può non
vedervi una impressionante similitudine (38). Ora,
secondo Mordini, tale regno non coincide con l’èra della Chiesa e dell’attuale
Cristo e Cristianesimo, inaugurata con l’Incarnazione e la Sua prima venuta, ma
con un Regno del Messia tale quale i Giudei lo attendevano! Ed ecco scoperta
l’occulta coda giudaica (39) di ogni millenarismo! Sempre
su Il Tempio del Cristianesimo, Mordini affronta il tema della massoneria.
Come Guénon ed Evola, egli rifiuta la massoneria "deviata" dalla sua
originaria fonte primitiva, che era ‘tradizionale’. Il cap. V de Il Tempio
del cristianesimo (La tradizione dell’arte e il precipitare del
progresso), se rappresenta una critica serrata alla massoneria moderna (in
quanto moderna) (40) è anche un vero inno alla massoneria tradizionale e,
potrebbe dirsi, una carta fondamentale per una "massoneria cattolica"
al seguito "dell’ultimo grande massone cattolico, il conte Giuseppe
de Maistre" (p. 142) e del "vero ed autentico Maestro
d’arte" Gesù Cristo (p. 134). Lo stesso concetto si ritrova in
Panunzio, come non manca di sottolineare compiaciuta la Nuova Enciclopedia
Massonica (41). Per concludere questa breve e forzatamente
incompleta rassegna del pensiero mordiniano, segnalo la sua ambigua posizione
sulla gnosi (42) rimandando il lettore alla fonte.
Riprendendo il
filo dell’autobiografia cantoniana, ci accorgiamo che l’ispirazione esoterica
invece di scomparire si fa più evidente. "Dal 1967 al 1969 -
continua infatti Cantoni - cura testi di Jean Servier, Mircea Eliade e La
Cerca del Graal". Esaurita infatti l’esperienza delle edizioni
Dell’Albero, Cantoni espletò un’importante influenza culturale tramite le
edizioni Borla. Borla apparteneva a un editore progressista (Gribaudi) e
pubblicava gli autori di quella tendenza (ad esempio Maritain, Guitton, de
Lubac, Chenu, Von Balthasar, Küng, Casel, Zarri...). Quale il contatto coi
nostri "tradizionalisti"? Anche le edizioni Borla, come le edizioni
dell’Albero, avevano sede a Torino, ed in entrambe occupava un posto di
responsabilità Alfredo Cattabiani, futuro collaboratore della Rivista
Massonica e compagno di viaggio, ancora per lungo tempo, di Cantoni. Altri
due torinesi dirigevano la collana Documenti di cultura moderna, Augusto
Del Noce (43) ed Elémire Zolla (44), un
nome, quest’ultimo, che è tutto un programma. Non stupiamoci allora di
constatare la presenza, nel catalogo Borla, di un autore come Titus Burckhardt,
uno dei principali discepoli di Guénon (anch’egli fattosi musulmano).
Burckhardt scriveva già su Kairos, la rivista dei Benedettini di
Salisburgo sostenuti dal card. Koenig, assieme a Matthias Vereno, Mircea
Eliade, don Raymund Pannikar, Frithjof Schuon, Silvano Panunzio e... l’immancabile
Attilio Mordini, il quale, all’estero, collaborava anche a Antaios, "la
celebre rivista diretta da Mircea Eliade e Ernst Jüger" (45). Tout se tient, l’ambiente è quello! E
all’ambiente Cantoni diede un valido contributo curando almeno quattro libri,
uno dei quali è stato dimenticato per strada, forse perché più compromettente.
Faccio allusione a un altro discepolo di Guénon, Frithjof Schuon (46), autore del famoso"L’unità trascendente
delle religioni". Di Schuon, Cantoni traduce e cura l’edizione per
Borla di L’uomo e la certezza (1967). Più ‘rispettabili’ in quanto
etnologi, sociologi o storici delle religioni, e per questo forse ricordati da
Cantoni, Mircea Eliade (1906-1986), grande amico del capofila modernista
Buonaiuti (47) e Jean Servier. Del primo cura Mito e realtà (1966)
e Il Mito dell’eterno ritorno (1968), del secondo, con Agostino
Sanfratello, traduce e pubblica L’uomo e l’Invisibile (1967), poi
riedito sempre a loro cura da Rusconi nel 1973, quando il grande editore
milanese darà spazio ai soliti Cattabiani e Zolla. Nella sua prefazione a Mito
e realtà, Cantoni valuta positivamente l’opera degli studiosi della storia
delle religioni e della fenomenologia del sacro, per aver combattuto i
pregiudizi neo-illuministi sul sacro: essi "hanno inaugurato una
valutazione della vita religiosa e del mito che, in netto contrasto con l’età
precedente, è orientata verso il riconoscimento di profonde motivazioni
esistenziali del ‘sacro’, del ‘mitico’, del ‘simbolico’". Contro il
razionalismo e l’ateismo sarebbe necessaria, secondo Cantoni, una "apologetica
prima" sul sacro e sulla religione in genere, al seguito di Eliade
appunto, di Jung o di Kerényi, per poi passare all’applicazione cristiana di
questa difesa del sacro, come hanno fatto Odo Casel, Matthias Vereno, Divo
Barsotti e, soprattutto, Attilio Mordini, la cui opera "dal mito al
materialismo" è la "vera conseguenza cristiana, secondo il
metodo indicato, di questo ‘Mito e realtà’" di Eliade (pp. 16-19).
Stessi accenti leggiamo però nella penna del libero muratore Michele Moramarco,
nei capitoli della sua Nuova Enciclopedia Massonica dedicati a La
Massoneria e lo studio del sacro e La Massoneria e il sacro. "Che
singoli Liberi Muratori siano stati tra i primi e più entusiasti artefici della
storia delle religioni e della fenomenologia del sacro, è dato indisputabile.
Incontriamo nei piedilista di Loggia, infatti, pionieri di queste discipline
(pensiamo per l’Italia, all’islamista Amari o al sinologo Castellani, o per il
Belgio E. Goblet d’Alviella), e la circostanza stupisce ben poco se si tiene
conto del fatto che la Massoneria, atteggiandosi a depositaria di una
Tradizione universale, non poteva non attrarre i cultori del sacro;
simmetricamente, la cultura massonica è stata attratta dalle (e attenta alle)
acquisizioni delle discipline in questione...". Moramarco segnala tre
esempi di questo dato di fatto: il Gruppo di Eranos, Guénon e la scuola
guénoniana (particolarmente... Schuon!), e l’Università san Giovanni di
Gerusalemme. "Al gruppo di Eranos hanno appartenuto alcuni tra i più
noti storici delle religioni e fenomenologi del sacro; tra costoro ricordiamo:
Mircea Eliade, Carl Gustav Jung, Karoly Kerényi, Henri Corbin, Gilbert Durand
ecc.; già questo sommario ma oltremodo rappresentativo elenco ci offre elementi
significativi per la comprensione dell’intimo rapporto esistente tra la
comunità scientifica in parola e le istanze liberomuratorie". Massoni,
infatti, erano Kerényi (1897- 1973), Corbin (1903-1978), Durand, Dumézil
(1898-1986), di famiglia massonica Jung (che però critica la Massoneria per la
sua decadenza moderna) (48). Quanto a Eliade (1906-1986),
se non fu massone, scrisse della Massoneria: "l’unico movimento segreto
che mostri una certa consistenza ideologica, che abbia già una storia, che goda
di prestigio sociale e politico, è la Libera Muratoria". Ma c’è di
più: "Nel 1979 Eliade pronunciò per la Loggia francese di ricerca [guénoniana]
Villard de Honnecourt (...) un’orazione a soggetto iniziatico; in occasione
della sua morte F. Tristan scrisse un necrologio non di circostanza sui
Travaux, l’organo/atti della Loggia, in cui definiva l’Eliade ‘un uomo
essenziale’" (per Cantoni le opere di Eliade sono solo ‘di
importanza unica’) (49). E da Eliade passiamo a
Servier: "Nel 1970 H. Corbin (50) (...)
fondò l’Université Saint-Jean de Jérusalem (...). Essa seguì in larga misura il
modello dei colloqui di Eranos e come quelli fu patrocinata in larga misura da
Liberi Muratori o da studiosi comunque orbitanti intorno a circoli massonici
(Antoine Faivre, lo studioso cattolico del cristianesimo esoterico, membro
della Loggia Quatuor Coronati di Bayeruth, Gilbert Durand, Jean Servier,
Ernst Benz (51) ecc.". Il programma fu "steso
dal fratello Corbin (e proposto da M. Eliade...)", ed includeva
esplicitamente l’esoterismo e la "cavalleria spirituale" (52). Cantoni e Sanfratello, quindi, ancora nel 1973 con
la riedizione a cura dell’editore Rusconi, propinavano agli ingenui militanti
di Alleanza Cattolica la lettura di un autore, come Servier, libero
muratore o comunque orbitante attorno a circoli massonici... Cantoni rivendica
infine l’edizione de La Cerca del Graal, che curò nal 1969, sempre per
le edizioni Borla, assieme ad Anna Cattabiani (a quei tempi Alleanza
Cattolica esisteva già certamente). Non c’è neppure bisogno di dimostrare
che quello del "Graal" è un argomento esoterico per eccellenza; ma se
ci fosse il dubbio che Cantoni si sia occupato, in questa occasione, di
letteratura medioevale e non di esoterismo, basta leggere quanto il Cantoni
stesso scrive. Dove indirizza infatti i suoi lettori "desiderosi di
approfondire il tema del Graal"? "Sullo stesso tema, generalmente
considerato, - soggiunge - danno suggestive aperture: J. Evola, ‘Il
mistero del Graal e l’idea imperiale ghibellina’ ...che ne accentua la
componente nordico-celtica; Pierre Ponsoye, ‘L’Islam et le Graal’,
...particolarmente dedicato alle ‘consonanze’ islamiche; e, tra gli altri, gli
studi di René Guénon, ‘Le Sacré-Coeur et la legende du Saint Graal’ e ‘Le Saint
Graal’ raccolti nel volume ‘Symboles fondamentaux de la science
sacrée’..." (p. 14). Nella sua presentazione, Cantoni propone il mito
del Graal come comune a varie religioni: "il tema del Santo Graal
percorre un lungo tratto della storia culturale dell’Occidente - dalla coppa profetica
dei Celti [pagani] all’opera di Wagner, passando attraverso la
letteratura volgare medioevale; né mancano sorprendenti analogie presso altre
aree religiose e culturali, che conoscono motivi similari relativi a realtà
divine presenti sulla terra, alla cui ricerca l’uomo si dedica e dalla cui
scoperta esce letteralmente trasformato" (p. 5). La cerca del Graal è
quindi un percorso iniziatico, che Cantoni legge alla luce del massone Dumézil,
dell’indù guénoniano Coomaraswamy (p. 7) e di Mircea Eliade (p. 9). Cantoni
cita anche (p. 9) il monaco certosino Pollien (53), che
sarebbe stato stupito vedersi paragonare, assieme ai cistercensi, e ai "monaci
dell’antico monachesimo celtico", agli "antichi druidi" (p.
13). Schuon è suo maestro, quando Cantoni scrive (p. 11): "molti
assistono alla celebrazione del mistero tremendo, la notte del sabato santo,
sacra alla iniziazione cattolica: molti vedono con gli occhi della carne; pochi
eletti, dietro i veli, con l’occhio del cuore". "La Cerca del
Graal - scrive ancora il ‘ghibellino’ Cantoni - è un evangelium
apocriphum ad usum militis" (p. 6),"è il mito della positiva
santificazione del laicato, il mito imperiale" (p. 12) in quanto
l’imperatore è "il cavaliere perfetto" (p. 11) (54). Da quando il ‘cattolico’ cavaliere de Ramsey
introdusse il mito templare (55) nella Massoneria, nessuno
ignora la mania "cavalleresca" comune ai liberi muratori e ai
tradizionalisti, giustamente combattuta e persino ridicolizzata su Adveniat
Regnum (56) da Barbiellini Amidei.
"Cavalieri
erranti" della Tavola rotonda
(della "cavalleria celeste" simboleggiata da Parsifal e
Galaad) si definivano quelli dell’A.T.M.A. (Alleanza trascendente - o
tradizionale - Michele Arcangelo) riuniti attorno a Siena, Panunzio e
Mordini, il quale, "fedele alla sua vocazione cavalleresca" assunse
in essa "la dignità di Priore" (57); e
da monaci-cavalieri alla Templare sono travestiti i brasiliani della TFP...
Tuttò ciò, l’abbiamo visto, non a caso...
L’occultamento dell’"occultismo"
Mentre Giovanni
Cantoni si divagava col mito del Graal, il Foedus catholicum (Alleanza
cattolica), come abbiamo visto, era già nato. Era però privo di rivista e di
casa editrice. Ancora nel 1970, l’opera di Plinio Corrêa de Oliveira Trasbordo
ideologico inevvertito e dialogo (ed. brasiliana del 1965), venne tradotta
e pubblicata da Vitale e Cantoni presso le edizioni dell’Alfiere. Dal
1971 (Manifesto di Monteombraro) Alleanza Cattolica influenza il Fronte
Monarchico Giovanile, la cui rivista Monarchia (1972-1974) sarà la
palestra dei futuri militanti di Cantoni (incluso Introvigne). Ma ben presto Alleanza
Cattolica esce allo scoperto e si dota di un bimestrale (1973) (che diverrà
mensile) e di una casa editrice (1972) entrambi denominati Cristianità.
Il lettore di quei primi numeri della rivista piacentina, al corrente dei
trascorsi di Cantoni, non può non essere stupito dalla scomparsa totale di ogni
accenno all’esoterismo cattolico e a personaggi come Mordini. Cristianità,
diretta da Cantoni e De Mattei, si presenta piuttosto come un’erede fedele
dell’Azione Cattolica, e pubblica soprattutto comunicati anti-comunisti
e anti-divorzisti dell’episcopato italiano, nonché tutto il pubblicabile
dell’associazione cattolica brasiliana TFP, per giungere, poco più tardi, ad
appoggiare non solo il "tradizionalismo cattolico" di Mons. Lefebvre
(58), ma anche, timidamente, l’integrismo cattolico del
principio del secolo. Non mancano poi, proprio a cura di Massimo Introvigne,
ottimi articoli contro la "nouvelle droite" e il
neopaganesimo, nonché una serie di scritti di De Mattei contro l’alta finanza.
Lo storico si pone quindi - ineluttabilmente - una domanda: si tratta di una
felice conversione, punto d’approdo di una positiva evoluzione, o di un abile
mascheramento? Lo scrivente non può certo scrutare i reni e i cuori... Mi dovrò
attenere ad alcuni fatti oggettivi. Apparentemente, dunque, ogni traccia del
passato è eliminata. Restano solamente i "padri laici della
controrivoluzione" e del tradizionalismo; la "selezione libraria di
Alleanza Cattolica" consiglia ai militanti Le serate di Pietroburgo e
il Saggio sul principio generatore delle costituzioni politiche e delle
altre istituzioni umane di Joseph de Maistre, nonché il Saggio sul
cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo di Juan Donoso Cortés (59). Ma nel caso di de Maistre e Donoso Cortés, lodati e
raccomandati da generazioni di autori cattolici, è facile non (far) vedere gli
aspetti eterodossi del pensiero... Autori meno facilmente difendibili non
appaiono nella "selezione libraria"... Ma non per questo sono
rinnegati: Maestrelli, come abbiamo visto, cura l’edizione di un libro di
Mordini nel 1977 e Cantoni e Sanfratello la riedizione di Servier, presso
Rusconi, nel 1973. Quindi, l’omissione di una chiara e precisa abiura delle
precedenti posizioni - omissione già di per sé grave e significativa - non è
dovuta a una ‘dimenticanza’, giacché queste posizioni, questi autori, vengono
riproposti extra muros, fuori da Cristianità, in maniera molto
più discreta ma ancora convinta. Pretendere di conoscere Alleanza Cattolica dalle
vecchie annate di Cristianità è quindi un po’ come credere di conoscere
la T.F.P. da quelle di Catolicismo. Mons. Antonio de Castro Mayer,
allora vescovo diocesano di Campos, collaborò per più di 30 anni con Plinio
Corrêa di Oliveira prima di accorgersi che dietro la T.F.P. si nascondevano
società, dottrine e pratiche segrete! (60). Sorge
un’altra domanda: ne erano al corrente, invece, dirigenti di Alleanza
Cattolica, e se sì, fino a che punto? (61).
Il ritorno (?) alle origini
Come un fiume
carsico, l’esoterismo cristiano della preistoria di Alleanza Cattolica riemerge
dall’ombra e scorre, ormai alla luce del sole, sotto il felice regno del
‘Pontefice’ tradizionalista per eccellenza, Giovanni Paolo II (62). Dal 1993 ad oggi sono apparsi su Sodalitium una
serie di miei articoli, ai quali rimando, sui contatti di Massimo Introvigne
col mondo dell’esoterismo. Apparentemente, tali contatti si svolgono per motivi
prettamente scientifici nel quadro dell’attività del CESNUR. Introvigne, lo
abbiamo visto, si presenta come un ‘sociologo’, un distaccato studioso dei
‘nuovi movimenti religiosi’ (NMR, ex sette). Se, all’inizio di questi suoi
studi, la posizione di Introvigne verso questi movimenti era critica, in
seguito essa è divenuta, per principio metodologico, "asettica e
laica" (63). L’aconfessionalità è infatti un principio del
CESNUR (64), che pure, come ho dimostrato in un precedente
articolo (65), è considerato da Alleanza Cattolica come una
sua creatura. Lo studio ‘asettico’ dei NMR non impedisce però a Introvigne ed
ai suoi collaboratori di rinunciare alla loro olimpica indifferenza quando si
tratta di difendere la libertà religiosa dei suddetti (cf Introvigne e Cantoni,
Libertà religiosa, ‘sette’ e ‘diritto di persecuzione’, ed. Cristianità,
Piacenza, 1996), additati come ‘sette’ dai diversi governi, fino a
sostenere iniziative di legge ancora più liberali di quelle esistenti in Italia
(66). Chi conosce le passate posizioni di Alleanza
Cattolica, nettamente contrarie al diritto alla libertà religiosa, si
chiede quale sia il motivo di un cambiamento così radicale, che va persino
oltre, nel suo zelo, a quanto strettamente richiesto dal Vaticano II (al quale Alleanza
Cattolica ha aderito senza riserve a partire dal 1981). Alcuni (67) hanno sostenuto che la svolta risalga al
1984-5, quando la TFP fu attaccata come una ‘setta’ dal governo venezuelano e
dall’episcopato brasiliano; la difesa della TFP dai movimenti ‘anti-sette’
avrebbe portato Alleanza Cattolica alla necessità di difendere tutte le
‘sette’. Senza negare l’influenza di questi fattori (adesione al concilio
nel 1981, difendersi dall’accusa di essere una setta dal 1984) ritengo che la
strenua difesa della ‘libertà religiosa’ dei NMR sia una logica conseguenza del
retroterra culturale esoterico di Giovanni Cantoni, al quale Alleanza
cattolica è ritornata. Nell’ambito di questo ‘ritorno’, si sono sviluppati
tutti i contatti con la Massoneria e gli esoteristi che ho denunciato e
che ancora denuncerò (68). A parte i contatti episodici
con questo o quel personaggio del mondo dell’occultismo, bisogna infatti
nuovamente sottolineare la collaborazione abituale (69) ed amichevole di Introvigne e dei suoi col massone e
martinista Robert Amadou (del quale alla nota 6) e con Antoine Faivre, membro
del CESNURFrance. Nella vita profana, Antoine Faivre è Direttore degli Sudi
alla prestigiosa Ècole Pratique des Hautes Ètudes, Section des Sciences
Religieuse della Sorbona, ove è anche titolare della cattedra di "Storia
delle correnti esoteriche e mistiche nell’Europa contemporanea";
nessun dubbio sulla sua competenza scientifica, della quale don Nitoglia si è
anche valso su Sodalitium per dimostrare l’esoterismo di J. de Maistre.
Ma ecco come Introvigne in persona presenta Antoine Faivre: " non è
casuale né paradossale che il maggiore storico vivente dell’esoterismo
occidentale sia un cattolico come Antoine Faivre" (70). Ora, "tra tanti esoteristi che hanno
incontrato in qualche modo il cristianesimo, l’autore [Faivre] non
nasconde le sue preferenze per l’opera di Valentin Tomberg, l’esoterista estone
nato a San Pietroburgo e morto in Inghilterra che dopo essere stato un
dirigente della Società Antroposofica si convertì, all’indomani della seconda
guerra mondiale, al cattolicesimo. (...) Faivre vede in Tomberg il punto più
alto di un possibile dialogo fra esoterismo e cattolicesimo...". Dunque,
Faivre è cattolico, e anche Tomberg è cattolico. Come lo è "un altro
ammiratore cattolico di Tomberg, il teologo svizzero (creato cardinale da
Giovanni Paolo II qualche giorno prima della morte) Hans Urs von Balthasar,
prefatore dell’edizione francese (ancora anonima) dell’opera maggiore di
Tomberg (Méditations sur les 22 arcanes majeurs du Tarot, Aubier Montaigne,
Paris, 1980)" (p. 10). Dunque, Faivre è cattolico (lo dice il
cattolico Introvigne), Faivre ha diffuso Tomberg che è cattolico (lo ammira von
Balthasar), e Balthasar è insospettabile (lo ha fatto cardinale Giovanni Paolo
II). Certo, Faivre e Balthasar, buoni cattolici, hanno qualche riserva su Tomberg,
e Introvigne non è d’accordo con tutto quanto scrive Faivre... Al punto che per
Introvigne (non per il cattolico Faivre) "la questione stessa di un
genuino ‘esoterismo cristiano’ resta per me insieme aperta e ambigua" (p.
10).
Così il nostro
Introvigne getta la pietra e nasconde la mano: una questione da sempre chiusa e
chiara (l’esoterismo è nemico numero uno del cristianesimo) diventa aperta e
ambigua. Ambigua almeno quanto il "cattolico" Faivre, col quale
Introvigne ha avuto, "negli ultimi anni", "un fecondo scambio
di discussioni e di idee". Perché Introvigne non può ignorare che
colui che nella vita profana è un ‘cattolico’ professore della Sorbona nonché
dirigente del CESNUR, nella vita iniziatica è un noto fratello massone: membro
della loggia dei Quattro Coronati di Bayerhut (vedi sopra), membro della
massonica Università San Giovanni di Gerusalemme, membro della Loggia francese
di ricerca Villard de Honnecourt (71), una
loggia... guénoniana! (72). Ammiri il nostro lettore la
commedia del duo Faivre-Introvigne! Come il massone Faivre, travestito da
cattolico, faccia delle riserve sugli "aspetti inaccettabili,
certamente legati alle sue esperienze esoteriche precedenti, ancora evidenti
negli scritti di Tomberg successivi alla conversione"! Una bella
pagliacciata davvero, questa di un massone guénoniano che ti raccomanda Tomberg
(1901-1973) con riserva del suo esoterismo ancora non del tutto cattolico! Ed
una bella pagliacciata quella di Introvigne, che chiama cattolico il suo degno
amico (e sodale nel CESNUR) massone guénoniano! Ma a chi la date a bere?
Prendendo le mosse da questa prefazione di Introvigne (p. 39), il suo vice,
Pier Luigi Zoccatelli (73), abborda con maestrìa il
problema dell’esoterismo cristiano nel suo saggio introduttivo (con Stefano
Salzani) al Bestiario di Cristo di Louis Charbonneau-Lassay (74). È possibile, è lecito, è auspicabile un ‘esoterismo
cristiano’? Al lettore riferisco innanzitutto la strabiliante conclusione:
"per diventare cristiani bisogna talvolta essere almeno buoni
pagani" (p. 46) (75), anzi, "l’esoterismo
cristiano, visto alla luce della dottrina cattolica, ‘viene a coincidere, (...)
in definitiva con la santità’" (p. 45, citazione di Mons. Casale,
sponsor del CESNUR). A questa conclusione, Salzani e Zoccatelli giungono dopo
mille ‘esitazioni’, secondo il metodo dei due passi avanti e un passo indietro.
Il primo passo per condurre il lettore cattolico all’esoterismo massonico è
l’esaltazione di Louis Charbonneau (che, probabilmente per manie nobiliari, si
faceva chiamare anche "Lassay"). Cattolico, monarchico, persino ex
seminarista, collaboratore di Regnabit, Revue universelle du Sacré-Coeur del
Padre Anizan... Come dubitare di lui? Eppure Charbonneau fu intimo amico di
René Guénon, gli aprì le porte di Regnabit nel 1925 e, quando le manovre
"di alcune riviste anti-sette" (76)
fecero escludere Guénon da Regnabit, Charbonneu fondò con lui, Padre
Anizan ed altri, la Société du Rayonnement Intellectuel du Sacré-Coeur e
la rivista Le Rayonnement Intellectuel. Neppure lo svelamento
dell’apostasia di Guénon, ritiratosi al Cairo, ruppe la collaborazione tra i
due. Charbonneau,
dunque eterodosso? Tutto è possibile,
risponde Zoccatelli, ma "allo stato degli atti, Louis
Charbonneau-Lassay dev’essere considerato un cattolico pienamente ortodosso
tanto nella sua vita pubblica quanto in quella privata" (p. 26).
Poiché Charbonneau era cattolico perfettamente ortodosso, come oggi lo è
Antoine Faivre, il lettore prenderà per buona anche l’affermazione dello stesso
Charbonneau sulla "più stretta ortodossia" di un gruppo
ermetico medioevale "assolutamente segreto" i cui membri sono "totalmente
inavvicinabili", l’Estoile Internelle (p. 30) e la Fraternité
des Chevaliers du Divin Paraclet (p. 32). Charbonneau avrebbe ricevuto
l’iniziazione dall’ultimo gran maestro (il Maggiore), il canonico
Théophile Barbot, ne avrebbe poi assunto il comando, per avere infine come
successore l’amico ‘Tamos’ o ‘Argos’ (Georges Thomas, guénoniano ‘cristiano’).
Naturalmente, la confraternita iniziatica del Charbonneau si rifaceva al Graal
(pp. 33-34). Se poi si aggiunge che pare si praticasse in questa confraternita
l’"alchimia spirituale", ovvero "l’uso delle energie
sessuali dell’uomo e della donna a fini magici" (p.35) c’è da
chiedersi come Charbonneau possa considerare questo gruppo, di cui era il capo,
"assolutamente cattolico ortodosso" (p. 30). Zoccatelli
risponde che, visto che i gruppi esoterici sono segreti e pertanto poco si
conosce di essi, dobbiamo fidarci, in fondo, del cattolico Charbonneau, il
quale "mostra la sua passione per l’ortodossia cattolica, che non può
essere messa in dubbio sulla base di semplici voci o congetture" (p.
36). Appurato (!!) quindi che Charbonneau era cristiano, pur essendo un
esoterista, viene spontaneo chiedersi se sia possibile un ‘esoterismo
cristiano’ (cap. V: per una discussione su ‘esoterismo’ e ‘gnosi’ cristiana).
La questione, lo abbiamo visto, è "aperta e ambigua", ma
Zoccatelli la abborda alla luce della Scrittura, della Tradizione e del
Magistero: come essere più cattolici di così? Ed ecco che Zoccatelli ci parla
della "tradizione esoterica dei rabbini" per l’Antico
Testamento (pp. 40-42), dell’esoterismo nel Nuovo Testamento (alla luce di
Eliade, Davy, Danielou, Jeremias, del gruppo di Eranos) (pp. 42-44), esoterismo
indiscutibile che sarebbe stato abbandonato dalla Chiesa solo per gli abusi che
ne fecero alcuni autori gnostici. Eccoci dunque al "Magistero"
(naturalmente strettamente post-conciliare) di Mons.
Ratzinger e Mons.
Casale (p. 45): essi concordano con Eliade e Cantoni:
per l’uomo moderno, come commenta Introvigne, "una fede del puro logos,
una fede che elimina completamente il mythos, sostanzialmente non interessa più
gli uomini" (p. 46). Quindi, "l’opera straordinariamente
attuale di Charbonneau-Lassay", state tranquilli, è "un
meraviglioso alimento per la vita spirituale" (p.47). Come non credere
a tante autorità, alla Scrittura, alla Tradizione, al Magistero? Senonché,
stavo sfogliando distrattamente la Nuova Enciclopedia Massonica quando
mi sono imbattuto (vol. III, pp. 199-201) in un testo che ha subito attirato la
mia attenzione: quello della conferenza su Iniziazione e mondo moderno tenuta
da Mircea Eliade "durante la Tornata del 29 settembre 1979 della R.L.
di ricerca Villard de Honnecourt n. 81 (Gran Loggia Nazionale di Francia) e
pubblicata nei Travaux de Villard de Honnecourt n. 1, seconda serie". Sono
rimasto folgorato: gli stessi argomenti di Scrittura e di Tradizione avanzati
da Zoccatelli per dimostrare l’esistenza dell’esoterismo nell’Antico e nel
Nuovo Testamento, esoterismo che sarebbe stato abbandonato solo in seguito alle
"stravaganti pretese di certi autori gnostici (lo sottolineo: ‘certi’
autori gnostici)" (Eliade), ebbene, questi argomenti li ho ritrovati
pari pari nelle parole che Eliade rivolse, or sono vent’anni, ai fratelli
massoni guénoniani della Loggia Villard de Honnecourt, la Loggia di Antoine
Faivre! Chi non ci crede, legga i due testi (Zoccatelli ed Eliade) e li metta a
confronto; la mia impressione non teme smentita.
Conclusione nella
quale Padre Torquemada lancia un appello a tutti gli (ex) tradizionalisti
Cari amici, non
avete certo dimenticato gli anni generosi della vostra adolescenza, quando,
militanti convinti di Alleanza Cattolica, con lo scudo fregiato dal
"Cuore crociato e dall’Aquila imperiale" sul petto, cantavate:
Costruiremo ancora cattedrali (77). Ahimè!
Dopo quanto ho scritto, l’aquila imperiale si dimostra ghibellina, il cuore
crociato è la coppa del Graal cantata da Charbonneau e da Guénon (78), e le cattedrali sembra si debbano costruire con una
squadra e una cazzuola che Villard de Honnecourt, architetto del XIII secolo,
non avrebbe probabilmente immaginato... Quanti altri, come voi, furono
ingannati? Quanti hanno visto in Alleanza Cattolica o in gruppi similari
solo una solida formazione spirituale e intellettuale, sulla scorta del
magistero della Chiesa, per il Regno sociale di Gesù Cristo? Nel corso del mio
articolo mi sono chiesto più volte se il cattolicesimo - per giunta
tradizionale - fieramente professato dai protagonisti della nostra storia fosse
sincero o no. Non è mio compito rispondere a questa domanda. Certamente,
esistono le "infiltrazioni nemiche nella Chiesa": alcuni hanno
cercato e cercano ancora di diffondere tra di noi il veleno massonico. Altri
invece, nell’attuale confusione, hanno avidamente cercato la verità, partendo
forse da posizioni errate, per avvicinarsi alla fede cattolica integralmente
professata. In alcuni questo percorso è giunto fino al suo termine, in altri è
stato parziale, in altri ancora si è "tornati al vomito". In
ogni conversione, quindi anche nelle conversioni ‘intellettuali’, è necessario
seguire il precetto che il vescovo di Reims S. Remigio diede, nel solenne
momento del battesimo, al Re Clodoveo: di bruciare, cioè, quanto fino allora
aveva adorato, e di adorare quanto aveva bruciato. Ancor oggi, è questo il
criterio per distinguere le vere dalle false conversioni, o dalle conversioni a
metà, tanto dannose per la Chiesa.
APPENDICE
I. Giudizio di
Introvigne sul Pentecostalismo (da confrontare con Verso la
‘tribalizzazione’ della Chiesa? Il pentecostalismo "cattolico" di
P. Costa, in Cristianità, n. 25, maggio 1977, pp. 3-7. Il
Pentecostalismo sarebbe demoniaco...). Intervista a Introvigne: egli "vede
la rinascita" "nel ‘Rinnovamento carismatico’ che in Italia si
definisce ‘Rinnovamento dello Spirito’. Anche se non piace a tutti, è stato
pienamente accolto dalla Chiesa". Ne sono caratteristiche "una
preghiera molto calorosa, il ricorso al canto e alla danza, con una attenzione
ai fenomeni miracolosi. Nel mondo annovera 60 milioni di seguaci tra i catto-
lici e 400 milioni tra i protestanti" (La Stampa, 10/9/98, p. 15).
II. I pericoli
dell’antisemitismo. Testo della Conferenza Stampa del CESNUR tenuta a
Washington presso il National Press Club, il 1 dicembre 1997, tradotto
da Respinti e pubblicato da Percorsi (n. 4, marzo 1998, pp. 38-45).
Introvigne denuncia la "persecuzione che avanza" nell’Europa
Occidentale contro le "minoranze religiose". Es.: "le misure
estreme invocate in Germania contro la Chiesa di Scientology", i
rapporti parlamentari sulle sette pubblicati in Belgio e in Francia, e quello
del Cantone di Ginevra. Difende The Family (gli ex Bambini di Dio)
lodando il giudice spagnolo Adolfo Fernando Oubina, il quale "nella
sentenza del 22 maggio 1992 si è spinto tanto in là da paragonare le azioni
contro The Family all’‘Inquisizione’ e ai ‘campi di concentramento’" (p.
40). Quanto al rapporto belga, "gli studiosi hanno espresso forti
preoccupazioni fra l’altro in merito all’accusa secondo cui gli ebrei satmar
(una comunità hassidica la cui base si trova a New York e che il rapporto
considera una ‘setta’) ‘rapiscono i bambini e li nascondono nelle trame
della rete internazionale del movimento’. Ciò sembra fondarsi sul caso Patsy
Heymans, in cui una donna cattolica belga, avendo ottenuto l’affidamento dei
suoi tre figli, ha dovuto sottrarli all’ex marito satmar che li teneva
illegalmente con sé negli Stati Uniti. Il documento parlamentare però non
menziona lo specifico caso Heymans; si limita ad affermare che presso questo
gruppo di ebrei hassidici il rapimento di bambini ‘non sembra affatto essere
semplicemente occasionale’. L’inclusione di queste notazioni generali in un
documento parlamentare può facilmente alimentare il fuoco dell’antisemitismo,
la cui presenza persistente desta preoccupazione in diversi paesi europei"
(p. 42). Difesa dei Pentecostali. Difesa degli Aumisti, condannati in
Francia. Ammette che "Bourdin è un capo religioso impopolare così come
l’aumismo è una minoranza impopolare" ma "questa circostanza
rende l’aumismo un caso eccellente per verificare la libertà religiosa in
Francia. Quando un gruppo è protetto dalla propria stessa popolarità non vi è
bisogno di garanzie costituzionali o internazionali" (p. 44). Condanna
la Grecia perché adotta la formula dello Stato confessionale (p. 38).
Note
1) Lo Stato delle idee, 17
febbraio 1999, p. 12 (Ci presentiamo... Noi impresentabili. Autobiografie). Un
articolo di A. Sanfratello, co-fondatore di Alleanza Cattolica,
pubblicato su Adveniat Regnum (anno V, nn. 1-2, primavera-autunno 1967,
pp. 91-98) sembra indicare che, a quei tempi, A.C. non era stata ancora
fondata. Sanfratello, infatti, presenta
ai lettori il G.U.M. (Gruppo Universitario Missionario) operante tra gli
studenti dell’Università Cattolica di Milano. Il G.U.M. ha già tutte le
caratteristiche della futura Alleanza Cattolica, la cui data di
fondazione è fissata (da fonte orale alleantina) al 1968. I punti di
riferimento del Sanfratello erano Cantoni (nella sua prefazione a Eliade),
Servire e, soprattutto, Mordini (vedi infra). Significativo l’appoggio a due
temi conciliari: la rivalutazione del ruolo dei laici (Ad gentes, Lumen
gentium, Apostolicam actuositatem) e, soprattutto la positiva valutazione
delle religioni non-cristiane espressa in Nostra Aetate. (I più
informati sulla data di fondazione di Alleanza Cattolica sono i
brasiliani della Tradizione, Famiglia e Proprietà, che indicano senza
esitazioni la data 1968 nel loro libro ‘Tradicion, Familia, Propriedad. Un
ideal, un lema, una gesta’, Artpress, San Paolo in Brasile, 1990, p. 86).
2) "Capocroce" della Valle di Lanzo per Alleanza Cattolica.
Si dice che non appartenga più all’associazione (forse per poter più facilmente svolgere la
sua carriera politica nel CCD); in ogni caso mantiene con essa solidi legami e
stretta amicizia.
3) Recentemente un suo articolo è stato tradotto in francese e
pubblicato dalla Documentation Catholique, n. 2209, pp. 732, ss.
4) Andrea Morigi e
Marco Respinti in redazione, Marco
Tangheroni nel "comitato di indirizzo"...
5) Vedi la nota 53.
6) A quanto già pubblicato nelle precedenti puntate, e a quanto dirò
nella presente, vorrei aggiungere le relazioni di Massimo Introvigne coi
Martinisti. Massimo Introvigne, infatti,
fa anche parte, con Robert Amadou, Rémi Boyer (redattore capo e nostra vecchia
conoscenza) e Serge Caillet, del comitato di redazione della rivista L’Esprit
des choses, pubblicazione generale del C.I.R.E.M., Centre
International de Recherches et d’Etudes Martinistes. Oggetto di studio
della rivista: "La Teosofia di Saint-Martin. L’opera e l’influenza di
Saint-Martin. Martinez de Pasqually e gli Eletti Cohen.
Willermoz e i C.B.C.S. (Chevaliers Bienfaisants de la Cité Sainte).
La massoneria del R.E.R. (Rite
Ecossais Réctifié). Storia degli Ordini martinisti. Cristianesimo esoterico.
Massoneria egiziana". "Il CIREM è indipendente da ogni obbedienza
massonica o martinista", ma il suo presidente, Amadou, ha scritto tra
l’altro un libro dal titolo significativo: "A deux amis de Dieu, Papus
et Philippe Encausse, hommage de réparation offert par Robert Amadou" (da
un volantino del CIREM che un lettore ha gentilmente inviato alla redazione di Sodalitium).
Ora, Papus altri non era che il padre di Philippe Encausse, ovvero il
dott. Gérard Encausse (1865-1916),
fondatore dell’Ordine Martinista, al quale succedette il figlio Philippe (su
Claude de Saint- Martin, cf Sodalitium, n. 49 p. 14 ss., M. Introvigne, Il
cappello del mago, Sugarco, 1990, pp. 216-232 e bibliografia alle pp.
454-455) e anche PIETRO TURCHETTI, Il filosofo incognito, Louis Claude de
Saint-Martin. Storia del Marinismo e degli Ordini Martinisti, Arktos,
Carmagnola, 1995. Turchetti critica severamente la Massoneria... moderna,
fondata da Anderson & Co. tra il 1717 e il 1725, appoggiandosi anche a
Gianfranco Ersoch - pp. 40-42 - del Centro di Studi Mordiniani. (Un
mezzo infallibile per sapere se qualcuno è massone è appurare che egli critica
la Massoneria... ‘deviata’). Il Martinismo, per il suo spiritualismo
cristianeggiante, è particolarmente adatto per infiltrare i cattolici, come
dimostra il caso di J. de Maistre. Basti pensare che una rivista molto seria
quale Instaurare propagandò a suo tempo (nn. 1-2, genn.-apr. 1977, p. 5)
la Lettera sulla Rivoluzione Francese del Saint-Martin, pubblicata a
cura di G. Giurovich nel 1976. P.S.: Anche Robert Amadou è affiliato alla
Massoneria, cf M. Moramarco, Nuova Enciclopedia Massonica, Bastogi, Foggia, vol. II, p. 277, e Massimo
Introvigne, che ne fa un continuo punto di riferimento per i suoi studi, non
ignora che "autori importanti (anche nella loro veste di storici)
dell’esoterismo contemporaneo come Robert Amadou si inseriscono precisamente in
quella linea [dell’esoterismo cristiano], anche se alla Chiesa cattolica
d’Occidente preferiscono spesso la tradizione - che sarebbe rimasta più vicina
a una autentica gnosi cristiana - delle chiese orientali" (Il
cappello del mago, op. cit., p. 322).
7) Il padre di G. Cantoni, malgrado la lontana origine ebraica, ha infatti
militato nella Repubblica Sociale Italiana. Si favoleggia su di una ‘sbandata’
giovanile a sinistra di G. Cantoni, favorita dalla presenza nel loco natìo dei
famosi Quaderni piacentini. Di certo, collaborò ai Quaderni il
co-fondatore di Alleanza Cattolica, Agostino Sanfratello.
8) Sull’influsso del pensiero di Burke in Alleanza Cattolica, vedi
Sodalitium, n. 46 p. 69-71. Particolarmente incisivo sui rapporti tra
Rivoluzione americana e Rivoluzione Francese è B. FAY, La Massoneria e la
rivoluzione intellettuale del Settecento, 1935, ed. it. Ar, Padova, 1999
(su Burke, cf p. 216). In tre pagine (pp. 242-244), Fay sbriga alla perfezione
anche la ‘pratica’ de Maistre, descrivendolo per quel che era.
9) Al proposito si possono consultare gli scritti di importanti
esponenti della T.F.P. che hanno lasciato l’associazione: sia quelli di
ex-militanti della T.F.P.
francese (Tradition-Famille-Propriété. Secte ou pas secte?
1979, ed. italiana: Tradizione
Famiglia Proprietà, Associazione cattolica o setta millenarista? con una
prefazione di P. Parenzo, sine loco vel data [ma 1996?]), della T.F.P.
argentina (Avv. Cosme Beccar Varela - fondatore della TFP argentina - Si un
ciego guia a otro ciego. Analisis de la Familia de Almas de la TFP desde el
punto de vista del Derecho Canonico, Buenos Aires, 1993; di prossima
pubblicazione in una edizione italiana), della T.F.P. brasiliana stessa
(ORLANDO FEDELI, Por tras de estandarte. Sempre-viva, a seita secreta da TFP,
ed il suo estratto: Descriçao de um Delirio: o culto que a TFP presta a seu
lider; nonché la "Dichiarazione Ablas" registrata presso i
pubblici archivi il
24 agosto 1984 e pubblicata il
14 marzo 1985 dalla Folha da Manha,
Campos, Brasile, tradotta in italiano e pubblicata da La Tradizione
Cattolica, n. 38, 1998, pp. 15-18 ). La T.F.P. è stata condannata
dall’Episcopato brasiliano come una società a "carattere
esoterico" (Osservatore Romano, del
7/7/85, p. 12, ed. in lingua spagnola).
10) Per una nostra
critica delle loro posizioni, cfr Sodalitium, n. 42, pp. 46 ss e n. 47, pp. 52 ss.
11) Guénon, che scrisse sulla France anti-maçonnique (!), fu
iniziato alla massoneria. Anche Evola, più di Guénon, si è opposto alla
Massoneria al seguito di Malinski, de Poncins ecc., eppure nessuno ignora
quanto egli debba al massone Reghini (malgrado successivi dissensi), al massone
ebreo Servadio (di cui fu sempre amico), alla casa editrice massonica Atanòr
ecc. ecc. Risalendo alla radice dell’errore dell’ambiguo antimassonismo di
certi esoteristi, P.V. Barbiellini Amidei (che pure di Evola fu frequentatore e
ammiratore) scrisse: "la verità sta quindi, a mio parere, all’opposto
di come presenta le cose lo stesso Guénon e, per inciso, di come le presenta J.
Evola (cf Imperialismo pagano, Atanòr, Todi, 1928, pp. 129-133 e Introduzione
alla magia quale scienza dell’Io, a cura del Gruppo di Ur diretto da J. Evola,
art. di EA, Sui limiti della regolarità iniziatica, Bocca, Torino, 1955, III,
pp. 174-190): l’inversione della massoneria non è dovuta alla perdita, da parte
della maggior parte dei massoni, del vero significato di una iniziazione che
avrebbe dato o, comunque, darebbe ancora la possibilità di una ‘conoscenza’
effettiva, ma dall’estrapolazione, per
eccesso, del sacramento della benedizione (col quale il muratore medioevale era
ricevuto nella corporazione e insieme alla quale si trasmettevanoi naturali
segreti del mestiere) in un’influenza spirituale al di sopra e al di là della
grazia ritualmente conferita dai sette sacramenti della Chiesa: donde non più
la conoscenza (naturale) di segreti di mestiere, ma la luciferica pretesa
gnosticistica di ascesa a Dio mediante l’iniziazione e la conoscenza
(esoterica) come forma intellettuale superiore, o indipendente, dalla fede
cattolica. Si soffermi quindi il lettore; l’inversione massonica ha proprio
avuto origine da una estrapolazione di un sacramentale in un sacramento,
l’estrapolazione di una semplice benedizione
(come l’‘adoubement’ liturgico dell’antica cavalleria) in un rito che
avrebbe conferito una grazia speciale,
ossia il conferimento rituale di un’influenza spirituale non previsto
dalla dottrina dei sacramenti del Concilio di Trento" (in Adveniat
Regnum, anno XII, nn. 1-2, p. 82).
12) Attilio Mordini di Selva (1923-1966), fiorentino. (Cf. la
presentazione di F. CARDINI a Mordini, Francesco e Maria, Cantagalli
Siena, 1986). Di lui parlerò abbondantemente nel corso dell’articolo. Sul ruolo
di Mordini testimonia anche P. Tosca nel suo Il cammino della Tradizione (p.
77): "anche l’estensore di queste note- scrive Tosca - deve confessare
che Mordini rappresentò il ‘ponte’ intellettuale per transitare dalle
precedenti infatuazioni evoliane e guénoniane alla terra ferma della verità
cristiana". Purtroppo i ponti (e non alludo qui a Pino Tosca) si
possono attraversare nei due sensi.
13) Silvano Panunzio, nato a Ferrara e ancora vivente. Figlio di Sergio,
esponente del sindacalismo fascista e fondatore di Pagine Libere. Su di
lui: Gianfranceschi, Legittimo, Siena, D’Aloe, Gordini, Un testimone
dell’assoluto, Cantagalli, Siena, 1998. Sua attuale ‘palestra’ è la rivista
Metapolitica.
14) Ben poco esiste al proposito. Si possono citare: GIORGIO TASSANI, La
cultura politica della destra cattolica, Roma, 1976; PINO TOSCA, Il
cammino della tradizione. Il
tradizionalismo italiano (1920-1990), Terra degli Avi, Bari, 1992, II ed.
Il Cerchio, Rimini, 1995; Silvio Vitale, Contributo per la storia del
tradizionalismo, pubblicato sulla rivista napoletana L’Alfiere (1965:
nn. 17-18, n. 19; 1966: nn. 20, 21, 22-23; 1967: nn. 25, 26).
15) Essa si trasformò il 25 ottobre 1959, festa di Cristo Re, in Alleanza
Tradizionale [o Trascendente] Michele Arcangelo (ATMA). "Appello
Sacro" e "Interni princìpi" dell’ATMA sono stati
ripubblicati su Metapolitica, n. 1, gennaio-marzo 1999, p. 2-4.
16) P. SIENA, Testimone dell’assoluto, op. cit.; in Metapolitica,
n. 1/1999, p. 17. Alla ‘terza Roma’
di Mazzini e Mussolini, dunque, viene sostituita quella di Gioachino da Fiore.
17) GIOVANNI
CANTONI, Considerazioni sul ‘Tempio del Cristianesimo’, in L’Alfiere,
n. 21, aprile 1966, p. 5.
18) Giovanni Papini (1881-1956), scrittore fiorentino, Accademico
d’Italia. Protagonista con Prezzolini della vita culturale italiana della prima
metà del novecento. Scettico, fu vicino anche al modernismo. Si convertì verso
il 1921 (Storia di Cristo). Seguì, con Giuliotti, il Dizionario
dell’omo salvatico (1923), Il Sacco dell’orco (1933). Fece scalpore la sua apologia di
Lucifero con Il Diavolo (1953): riprendendo l’apocatastasi di
Origene, sostenne che Dio avrebbe
perdonato tutti i dannati, incluso il diavolo (cf MARIO ACQUA, Quo vadis
Papini? Rigois,
Torino, 1955; MONS. LÉON CRISTIANI, Présence de Satan dans le monde moderne,
France-Empire, Paris, 1959, pp. 297-303).
Il suo amico don De Luca, su domanda del card.
Ottaviani, scrisse il duro articolo di condanna delle tesi papiniane pubblicato
dall’Osservatore Romano (25-26 gennaio 1954). Papini non si corresse,
anzi, fu recidivo con La felicità dell’infelice (1956). Da tempo
Papini si interessava ai falsi mistici ed esoterici (cf Francesca Petrocchi, Il ‘Leonardo’ e
il modernismo (seconda parte), p. 46
[79]) e considerava il massone Arturo Reghini, uno dei maestri di Evola, "l’unico
mago rispettabile ch’io abbia mai incontrato" (M. INTROVIGNE, Il
cappello del mago, op. cit., p. 180). L’Ultima fu, in effetti,
l’ultima delle prestigiose riviste alle quali Papini collaborò. Essa ospitò
"tradizionalisti" come Mordini e Panunzio e modernisti come Balducci,
Gozzini, Zarri, Scoppola...: ciò non deve stupire vista l’affinità di fondo
delle due correnti apparentemente antitetiche. L’articolo del Conte Neri
Capponi, discepolo di Mordini, avvocato rotale e già dirigente di Una voce,
sul Mistero dell’Inferno (Controrivoluzione, nn. 47-49, p. 37) è
una conferma dell’influenza papiniana e del convergere tra modernismo e
tradizionalismo (in questa lettera al direttore il Conte fiorentino identifica
il "fuoco" dell’inferno con "Dio stesso che consuma colui che
lo rifiuta" – annullando così la pena del senso nella pena del danno –
e sostiene la possibilità che nell’inferno nessuno sia dannato all’infuori dei
démoni, - appoggiandosi indebitamente su S. Agostino che sostiene solo la
possibilità di conversione dei cattivi finché sono in vita...).
19) "Tra il dicembre del ‘54 e l’agosto del ‘63 si pubblicò
‘Carattere. Rivista di fatti e di idee’. Ne erano stati promotori Gerardo
D’Ambrosio, Gaetano Rasi e Primo Siena. (...). ’Carattere’ venne editata dalle
edizioni Cantiere, titolo di una omonima pubblicazione nata anch’essa a Verona
per iniziativa di Primo Siena, tra il settembre del ‘50 e il gennaio del ‘53. A
‘Carattere’ collaborarono firme illustri: Guido Manacorda, Carlo Costamagna,
Balbino Giuliano, Armando Carlini, Ardengo Soffici, Roberto Paribeni, Fausto
Belfiori, Attilio Mordini, Alfredo Cattabiani, Fausto Gianfranceschi, Ezio M.
Gray, Silvano Panunzio, Vittorio Vettori, Gianni M. Pozzo, Giuseppe Spadaro,
Raimondo Meloni, Piero Vassallo, Julius Evola" (G. Perez, Carattere,
n. 1, 1996, p. 2).
20) Articolo di
Panunzio pubblicato su Carattere, riprodotto su L’Alfiere, n.
gennaio 1966, pp. 7-8.
21) Questa idea ritorna spesso in Mordini. Ad esempio: "unica e
valida misura di ogni gerarchia è l’Uomo universale, su cui ogni antica
religione tradizionale ordina ogni suo mito (si pensi a Prometeo, a Krishna, al
Buddha Maitreya e, persino, all’Adam Qadmon per la Qabbala ebraica!), e che per
l’Incarnazione si rivela quale Homo Christus Jesus" (in Adveniat
Regnum, n. 1, nov.-dic. 1963, p. 8); "l’unità del genere umano è
l’uomo universale che i cristiani chiamano Homo Christus Jesus, gli ebrei
seguaci della Qabbala Adam Kadmon, i musulmani el-Insanul-Kâmil" (Il
Ghibellino, 1961, n. 6, ripreso in A. Mordini, Il cattolico ghibellino (a
cura di C.F. Carli, Settimo Sigillo, Roma, 1989, p. 85).
22) "Con il suo solo Saggio il Marchese di Valdegamas [Donoso Cortes] s’è collocato fra il Conte
de Maistre e il visconte de Bonald, che potremmo quasi chiamare i padri laici
della Chiesa di Roma" (J. Barbey d’Aurevilly, cit. da G. Allegra nella
sua introduzione a J. Doloso Cortes, Saggio sul cattolicesimo, il
liberalismo e il socialismo, [1851], ed. Rusconi, Milano, 1972, p. 7)
23) Denzinger, D.
1622-1627, 1649-1652, nonché lo stesso Vaticano
I. Molti moderni ‘tradizionalisti’, pur rifacendosi ai suddetti "padri
laici", negano (ahimé, invano) ogni coinvolgimento col tradizionalismo
condannato dalla Chiesa il secolo scorso (così anche Mordini, fermamente, in Adveniat
Regnum, anno II, nn. 3-4 , e Siena, ibidem, anno IV, nn. 1-2, p. 29) ma
quando P.V. Barbiellini Amidei paragonò a ragione il tradizionalismo al
ghibellinismo, al giansenismo e al modernismo (Adveniat Regnum, anno
VII, nn. 3-4, p. 59) la rivista L’Alfiere (n. 32/1970, p. 3) reagì in
difesa del tradizionalismo.
24) "In questa stessa direzione si sviluppa a Torino, nella prima metà dei Sessanta, il tentativo
di una neo casa editrice di riportare in auge una cultura cattolica di tipo
tradizionalista o ‘controrivoluzionaria’. Nascono così, per merito di Alfredo
Cattabiani, Piero Femore e Piero Capello le Edizioni dell’Albero...".
"Piero Capello, redattore del Borghese, membro della Fondazione Volpe,
direttore del mensile Il Conciliatore, apprezzato conversatore nei migliori
salotti torinesi, era un laico ‘integrale’,
un agnostico dicharato in materia religiosa, un fascista ‘anticlericale’.
Eppure la diffusione della cultura tradizionalista gli deve molto..." (P.
Tosca, op. cit., pp. 85-86).
25) T. Molnar, pur riaffermando il suo cattolicesimo, ha appoggiato a
lungo il movimento neo-pagano GRECE (cf GASTON NOSSI, G.R.E.C.E., faux dieux
et authentiques demons, Ste Jeanne d’Arc, Villegenon, 1981, pp. 26-27) fino
a pubblicare un libro in collaborazione con Alain de Benoist, L’eclisse del
sacro (La Table Ronde, 1986; Edizioni Settecolori, 1992). Pur non
aderendo alla corrente esoterica ed invitando alla prudenza nei suoi confronti,
Molnar stima che, per un cattolico, "la lettura dell’opera di René
Guénon può fornire una conoscenza salubre, utile" (ERIC VATRÉ, La
droite du Père, Trédaniel, 1994, pp. 237-238]. Egli porta lo stesso
giudizio sulle opere di Eliade, Jung e T. Burckhardt.
26) Il primo autore pubblicato nella collana Saggi, diretta da
Cantoni, fu Gianni Baget Bozzo, col quale il giovane Cantoni collaborò.
Seguirono Mordini, Gianfraneschi, Calmel, Accame, Corrêa de Oliveira, de Tejada,
Molnar, Siena ecc.
27) Mordini tenne una relazione intitolata: La Tradizione e la genesi
del tradizionalismo attuale. A lungo diffusa da L’Alfiere, è stata
riportata in: A. MORDINI, Il cattolico ghibellino, op. cit., pp.
17-40. Mordini collaborava sia alla rivista di Vitale (L’Alfiere) che a
quella di Ruta (Il ghibellino).
Sulla questione, cf VITALE, Contributo per la storia del tradizionalismo,
op. cit., VI puntata.
28) L’Alfiere, n. 21, aprile 1966, pp. 4-6, e n. 24, marzo 1967,
pp. 5-6.
29) Jean Danielou, nato nel 1905, figlio di un deputato radicale, è
morto nel 1974 nelle note, scabrose circostanze. Suo fratello Alain fu un noto
ed esplicito esoterista. Influenzato dal Maritain, collabora poi coi
confratelli gesuiti de Lubac e von Balthasar, iscrivendosi nella corrente
teologica della "nouvelle théologie", condannata
dall’enciclica Humani generis. Rivaluta Origene (1948), rilancia il
concetto di ‘giudeo-cristianesimo", apre il dialogo con le religioni non
cristiane (Cercle st Jean Baptiste). Collabora con il gruppo di Eranos
e, come abbiamo visto, non è insensibile a R. Guénon. Le sue posizioni
trionfano al Concilio, mentre è critico rispetto al post-concilio.
Paolo VI lo elevò al cardinalato e all’episcopato nel 1969 (cf MARIE-FRANCE
JAMES, Esoterisme, occultisme, franc-maçonnerie et christianisme aux XIXe et
XXe siècles, Nouvelles éditions latines, Paris, 1981, p.87-89).
Le edizioni Arkeios, non
a caso, ne stanno ristampando le opere.
30) L’Alfiere, n.
28, dicembre 1968, p. 16.
31) Interessante e significativa la bibliografia de Il Tempio del
Cristianesimo. Vi troviamo, ad esempio, i profeti della nouvelle
théologie e del Vaticano II (Romano Guardini, Urs von Balthasar, Jean
Danielou), Guénon, Schuon e Evola, Gustave Thibon (che tanta influenza avrà su
Cantoni e Sanfratello), e, soprattutto, Silvano Panunzio (quattro riferimenti).
Dove Mordini è più evoliano che guénoniano è sulla questione dell’autorità
temporale rispetto a quella spirituale, del ruolo del cavaliere rispetto a
quello del sacerdote...
32) L’espressione si rifà a un articolo pubblicato da S. Panunzio su L’Ultima
(anno 7°, quaderno 68-69, p. 112 sg., Firenze, 1953). Nel 1977, essa è
ripresa da Franco Maestrelli nella sua prefazione ad A. MORDINI, Il mistero
dello Yeti, Il falco, Milano, 1977, p. 10. Anche Maestrelli ha militato in
Alleanza
Cattolica.
33) G. CANTONI, Considerazioni
sul ‘Tempio del Cristianesimo’, op. cit., p. 4 e p. 6 nota 1.
34) A. MORDINI, Tradizione e rivelazione, ne Il ghibellino,
1961, N. 6, riportato in Il cattolico ghibellino, op. cit., p. 64.
35) F. RICOSSA, nel suo L’Apocalisse secondo Corsini (Sodalitium, n. 49) difende l’opinione
di Eugenio Corsini, secondo la quale il ‘regno millenario’ non indicherebbe
quello della Chiesa (S. Agostino) e tanto meno un regno temporale di Cristo
prima della fine del mondo (millenarismo) quanto il periodo
veterotestamentario (pp. 61-62).
36) Sulla questione del Montfort, cf C. NITOGLIA, Joseph de Maistre
esoterico?, in Sodalitium, n. 49 pp. 25- 27. Anche Mordini, come la
T.F.P., segnala le profezie di Marie des Vallées (cf A. MORDINI, Il tempio
del cristianesimo, pp. 127-128, ove egli paragona anche – nelle
similitudini e nelle differenze - il ‘culto del Graal’ e quello del Sacro
Cuore; temi carissimi all’esoterismo guénoniano di Charbonneu-Lassay, di cui infra).
37) A. MORDINI, Il Tempio del Cristianesimo, op. cit., p.
55, n. 1. Un discepolo di Mordini, il già citato Conte Neri Capponi, illustra
un altro aspetto del millenarismo giudaico del suo maestro. Nell’opera inedita
di Mordini sulla regalità di Cristo, intitolata INRI, lo scrittore fiorentino "analizzava
ciò che sarebbe potuto accadere se, ad esempio, Caifas avesse accettato Gesù
come Messia, anzi, come Dio in persona (...) Attilio diceva che se Caifas
avesse accettato Gesù come Dio si sarebbe verificata la conversione del mondo attraverso
la sua conquista da parte del popolo d’Israele guidato da Gesù; si sarebbe
instaurato il regno messianico predetto da Isaia ed in pratica si sarebbe avuta
la fine dei tempi...". Invece della "conversione per
sottomissione" si è verificata la "conversione per innesto, in
cui ciascuna cultura, accettando il Cristo, si innesta sul tronco reciso di
Israele, mantenendo perciò ciascuna di esse la propria individualità"
(In margine all’intervento sull’islamomania, lettera al direttore di
Neri Capponi su Controrivoluzione, nn. 43-46, p. 22). Mordini, pertanto,
interpretava le profezie vetero testamentarie sul regno messianico esattamente
come i giudei: un regno terreno, in virga ferrea, di dominio sul mondo
(che corrisponde alla tentazione satanica fatta a Cristo nel deserto!). Siccome
questo quadro del Messia trionfante (il Messia ben David) è stato
sostituito da quello del Messia sofferente (il Messia ben Joseph),
Mordini afferma che verrà riproposto tale quale nel regno millenario che
precederebbe la fine dei tempi; peccato che questo regno assomigli più a quello
dell’anticristo che a quello di Cristo!
38) Molti altri temi accomunano Mordini a de Oliveira: il medioevalismo,
l’aristocratismo, il ghibellinismo ecc. Quanto all’aristocratismo, Mordini
nutriva un "sogno di restaurazione partendo dall’aristocrazia del
sangue" (C.F. Carli, nota introduttiva ad: A. Mordini, Il cattolico
ghibellino, p. 12). L’ultima fatica di CORREA DE OLIVEIRA, è Nobiltà ed élites
tradizionali analoghe, nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla
Nobiltà romana, Marzorati, 1993 (da cui una grande ammirazione per i Lords
inglesi...). Quanto al ‘ghibellinismo’ della T.F.P. (quello di Mordini è
esplicito), ricordo quanto già fatto osservare da PIETRO PARENZO in Tradizione,
famiglia, Proprietà , Associazione cattolica o setta millenarista?,
op. cit., p. 10, ove egli citava il Curso Basico Tradiçao, Familia e
Propriedade: A Historia e seus grandes peronagens, ove si sostiene che "è
evidente che il Papa non ha il potere di deporre né costituire un
Imperatore".Alle osservazioni in materia del Parenzo, ha risposto la
T.F.P. con l’opuscolo La mano che estingue, la voce che addormenta (Ufficio
T.F.P., Roma, 1996, p.
27), argomentando che la citazione sarebbe una falsificazione del
Parenzo. Io non ho letto il testo del Curso basico, per cui non posso
pronunciarmi in materia, ma ho sotto gli occhi la sua traduzione italiana a
cura di Davide Botti, di Alleanza Cattolica, ove la frase incriminata si
trova effettivamente alla p. 3 del cap. XIV!
Delle due l’una, quindi: o il "falsificatore" è Davide Botti,
o il mentitore è l’Ufficio italiano della T.F.P., e non certo l’incolpevole
Parenzo.
39) Che dire quando si sa che Mordini "dopo l’otto settembre
s’arruolò dapprima nella IV divisione Panzer-Pionier, poi aderì alla Repubblica
Sociale Italiana, inquadrato nella Guardia Nazionale Repubblicana"? Ma
è questo solo uno dei paradossi di colui che fu anche, tra le altre cose, segretario del celebre
padre Tondiseppure per cause di forza maggiore - (cf i cenni biografici
nell’opera Il cattolico ghibellino). Sul pensiero mordiniano a proposito
del nazional-socialismo e dell’ebraismo, cf Il tempio del cristianesimo, op.
cit., pp. 176-202. Verso il Nazional-socialismo e l’Ebraismo Mordini ha -
potremmo dire - una ammirazione critica: ammirazione per l’aspetto
‘tradizionale’, ‘critica’ per quello moderno delle due vie. Dell’ebraismo, egli
critica la degenerazione razionalista: "...Siamo perciò tutt’altro che
propensi a considerare gli Ebrei come gente... maledetta! Anzi, come è noto, lo
stesso difensore di Eichmann, avvocato Servatius, era un ebreo; anche Martin
Buber, il più grande pensatore ebraico del nostro tempo - e quindi persona
eminentemente rappresentativa - si è dichiarato apertamente contrario alla
condanna di morte inflitta al colonnello Eichmann. E come la Francia sembra
stia ritrovando proprio in questi giorni, a fianco della Germania, la via
tradizionale del Re San Luigi (al suo tempo fedele al Sacro Romano Impero),
così auspichiamo che il popolo d’Israele, in Palestina, possa presto ritrovare la strada della
Tradizione autentica dell’Ebraismo, lasciando per sempre la poco chiara
posizione socialisteggiante che sembra mantenere a tuttoggi" (p. 202).
Un israeliano di destra non avrebbe nulla a che ridire, specialmente sulle
ultime righe... Anche perché Mordini "frequentava l’Alleanza
ebraico-cristiana" (F. CARDINI, op.cit. p. 8).
40) "A ben considerare - scrive Mordini - le sagge
scomuniche della Chiesa alla massoneria risulta evidente come siano dovute
proprio ai primi sintomi del prevalere della speculazione razionalista
sull’opera e sulla speculazione veramente spirituale" (p. 140). Non
stupisce allora che dei massoni spiritualisti siano passati al cattolicesimo
mordiniano, come Giuseppe Passalacqua, fondatore nel 1972 del Centro di
studi mordiniani (cf P. Tosca, op. cit., p. 77). Sulle deviazioni
della rivista mordiniana Excalibur, spinta da Placido Procesi, medico di
Evola, verso la "spiritualità graalica" e la magia sessuale di
Kremmerz, cf P. Tosca, op. cit., pp. 84-85, che sottolinea anche
l’influenza del cabalista cattolico ‘Paolo Virio’, le cui opere sono edite
dalla massonica casa editrice Bastogi.
41) Cf MICHELE
MORAMARCO, Nuova Enciclopedia Massonica, Bastogi, Foggia, 1998, vol.
III, p. 28 [‘Massoneria e cattolicesimo: c) la posizione dei micaeliti].
È interessante notare come l’autore (massone) rivolga i ringraziamenti per la
collaborazione, tra gli altri, a Silvano Panunzio e a Massimo Introvigne...
42) A. MORDINI, Le Eresie pre-moderne, in Adveniat Regnum, anno
II, n. 2, aprile-maggio 1964. "Si deve distinguere lo Gnosticismo dalla
Gnosi e, parimenti, gli Gnosticisti dagli Gnostici". "L’autore
del Nuovo Testamento che lo gnostico predilige è Giovanni Evangelista (...) che
sul cuore di Gesù ha riposato (...) Lo gnostico, definito da Clemente
alessandrino come l’amico prediletto di Dio, fa del suo verbo umano uno
strumento del Verbo di Dio; laddove il mistico che non sia propriamente
gnostico può solo tacere (...) E quanti oggi son disposti a vedere soltanto
eresia là dove si parli di gnosi - forse nell’intento di essere veramente
prudenti - porgono, in realtà, il fianco
all’insidia del maligno". La vera gnosi sarebbe "scaturita dalla
scuola di Giovanni evangelista (...) simbolo vivente dell’intuito mistico,
sempre giovanile e sempre più rapido della stessa Cattedra di Pietro nel
pervenire alla Verità" (pp. 10-12; nella p. 13 Mordini ricorda come
già espresse questi concetti al VII Convegno di scrittori Cattolici del 2-6 gennaio 1962). Mordini parlava spesso
di una Chiesa di Pietro, sacerdotale, e una di Giovanni, mistica ed equestre
[cf P. Siena, La via regale del cristianesimo (in ricordo di Attilio
Mordini), in Adveniat Regnum, anno X, nn. 2-3, apr.-ott. 1972, pp.
17-18], con evidenti reminiscenze gioachimite (per Gioachino da Fiore la prima
età, quella del Padre, è dei coniugati, la seconda, del Figlio, dei chierici,
la terza, dello Spirito, dei monaci e dei mistici).
43) "In occasione della pubblicazione de ‘Il Mito primordiale
del Cristianesimo quale fonte perenne di metafisica’ (Scheiwiller, Milano, 1976) ben due volte le
terze pagine dei quotidiani hanno intessuto lodi dell’autore [cioè Attilio
Mordini]. Prima, il sempre autorevole Osservatore Romano (13/2/1977), successivamente ‘Il Tempo’
(5/6/1977) con tre colonne dovute alla
valida penna del pensatore cattolico Augusto Del Noce"
(F. MAESTRELLI, prefazione a A. Mordini, Il mistero dello
Yeti, Il Falco, Milano, 1977, p. 11).
44) "Elémire Zolla è nato a Torino nel 1926". "Nonna
alsaziana, mamma inglese, il padre figlio di italiani ma nato e cresciuto a
Londra, Zolla ha un nome ungherese francesizzato in Elémire e nulla di
piemontese". Egli è "tra i massimi esperti mondiali di filosofie
orientali e di esoterismo" (D. BELLONI, Zolla: ‘L’Occidente non
conosce la vera fede’, in Giornale,
26/8/99, p. 27)[Il titolo non è corretto. Nell’articolo, si legge: "Poi,
spezzato l’incantesimo, afferma di non credere a nulla. ‘Ecco perché sto bene
in Oriente. È una malattia occidentale, la fede’"].
45) Il cattolico ghibellino, op. cit., p. 105. Adveniat Regnum
(anno II, n. 2, aprile-maggio 1964,
pp. 81-84), recensendo Kairos, elogia, ad esempio, Titus Burckhardt,
"valente studioso svizzero", come l’articolo Alla comprensione
dell’Islam dell’"ormai famosissimo Frithjof Schuon", come
se i due non fossero guénoniani di prima classe! Per correttezza però si deve
dire che proprio Adveniat Regnum - nata per sostituire Carattere che
aveva cessato le pubblicazioni - fu la prima rivista ‘cattolica
tradizionalista’ ad attaccare il tradizionalismo esoterico non solo di Guénon e
Zolla (come farà la scuola vassalliana) ma anche di Evola. Rendo quindi un
doveroso omaggio ai miei precursori (su quest’opera di "ripulisti",
cf Tosca, op. cit., pp. 87-88) estendendo la critica - come credo
non sia ancora stato fatto - a Mordini (senza giudizi sulla buona fede di un
uomo per tanti versi ammirabile).
46) F. Schuon (1907-1998). Pur avendo aderito all’islamismo esoterico,
Schuon si distacca da Guénon (del quale
fu discepolo e collaboratore) proprio sulla possibilità attuale di un
esoterismo cristiano. Nel Dossier H (1984), Schuon rivaluta il buddismo,
la tradizione giapponese e il cristianesimo, sostenendo che certi sacramenti
sono tuttora un rito iniziatico. Sui rapporti tra l’autorità temporale e quella
spirituale, Schuon segue la posizione di Dante, e non qualla di Guénon (cf
Société A. BARRUEL, L’Ècole moderne de l’ésotersme chrétien, n. 22/23,
Lyon, pp. 134-137). Secondo la rivista guénoniana La Place Royale, in un
articolo di Dominique Devie pieno di pettegolezzi sul mondo guénoniano, Schuon
avrebbe subìto negli U.S.A. un processso per molestie sessuali (cf n. 38/1998,
pp. 44-53). La stessa rivista attribuisce a questo fatto la separazione del
prof. Borella dal suo maestro Schuon.
47) "Dell’Italia, Eliade assimilò lingua e cultura e italiani
furono pure i suoi massimi ispiratori. Primo fra tutti il Giovanni Papini
dell’’Uomo finito’ (proprio per poterlo incontrare apprese velocemente il
nostro idioma), seguito dal filosofo cristiano, tempestoso e drammatico,
Ernesto Buonaiuti. A queste due eminenti figure di pensatori problematici ma
combattivi, Eliade dovette moltissimo" (A. LA FATA, Confronto con Mircea Eliade, in
Metapolitica, nn. 3-4/1998, pp. 29-31). "Eliade – aggiunge
La Fata, in un resoconto su di un convegno a lui dedicato cui parteciparono
Faivre e Cardini - non fu un cristiano confessionle, istituzionale. Aborrì
ogni forma di esclusivismo o di fanatismo religioso...", ma ricevette
i sacramenti cristiani: il matrimonio nei due riti (cattolico e ortodosso) e
l’estrema unzione in quello anglicano.
48) Al gruppo di Eranos appartenne anche G. Scholem, "il
massimo studioso della mistica ebraica e in particolare l’esploratore più
coraggioso della kabbala luriana..." (M. MORAMARCO, op. cit., vol. I, p.
543).
49) Giovanni Cantoni sarà lieto di trovarsi - anche a proposito di
Mircea Eliade - in perfetta consonanza con Giovanni Paolo II (cf, Giovanni
Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Mondadori, Milano, 1994, p.
37).
50) Su Corbin, cf Moramarco, op. cit., vol. I, pp. 543-547. Nel
suo itinerario spirituale troviamo Barth, Massignon, Boehme (e quindi il
Cabalismo), Swedenborg, Willermoz, Husserl, fenomenologia, islamismo,
templarismo ecc.
51) Uno dei massimi esperti su Swedenborg.
52) M. MORAMARCO, op. cit., vol. I, p. 469-472 e vol. III, pp.
21-22.
53) "Di quanto ha fatto - scrive di sé stesso Cantoni nella
autobiografia già citata - è debitore alla moglie, al certosino François de
Sales Pollien e al gesuita Florido Giantulli". Su Padre Giantulli
(1906-1974), vedi il ricordo pubblicato su Cristianità, n. 8, nov.-dic.
1974, p. 12, ma anche quanto scritto da Pucci Cipriani su Controrivoluzione (n. 22, nov.-dic. 1992, p. 13: "Credenti
con l’elmetto e reggenti con il cappuccio") ove l’editore di P.
Giantulli (F. GIANTULLI, L’essenza
della massoneria italiana: il naturalismo, P. Cipriani, Firenze, 1973)
accusa Alleanza Cattolica di aver volatilizzato (e per lo meno inutilizzato)
l’imponente archivio ‘massonico’ del padre gesuita.
54) Il pensiero di Mordini, Cantoni, Capponi ecc. sul laicato è
particolarmente importante ed andrebbe sviluppato. Di Mordini, Cantoni scrisse:
"fu laico e non sacerdote, e di questa laicità, partecipazione al laos,
al popolo di Dio, fu strenuo difensore" (Mordini, nel nostro tempo,
contro il nostro tempo, cit. p. 6). Per questi autori il ‘popolo di Dio’ si
articola gerarchicamente, avendo alla sua sommità l’Imperatore consacrato: "l’Imperatore
è Re - scrive Mordini - ma appunto perché regalità suprema da cui ogni
altra autorità civile procede sulla terra, ha da essere anche sacerdote. Se ciò
non fosse, la sua persona non sarebbe sacra (...) deve pertanto ordinare
principi e cavalieri, e deve perciò trasmettere certi carismi del potere con
l’imposizione delle mani" (MORDINI, Il tempio del cristianesimo,
p. 89, cfr con De Mattei, introduzione a J. DE MAISTRE, Saggio sul
principio... pp. 9-10). Ne consegue il sostegno (seppur condizionato, in
Mordini) della posizione dantesca espressa nel De Monarchia (il libro è all’Indice). Una conseguenza
attuale: la "dottrina sociale della Chiesa" , discenderebbe
dalla sua "potestas directiva in temporalibus" [tesi
gallicana] e si eserciterebbe in nome della "patria potestas vicaria
che la vedova esercita sui figli, parlando loro in nome del padre
scomparso" (G. CANTONI, Considerazioni sul ‘Tempio del
Cristianesimo’, cit., p. 6). La dottrina sociale della Chiesa come
supplenza e surrogato della voce imperiale, sola autorizzata a insegnare in
materia, è veramente una enormità per chi definisce Alleanza Cattolica una
asssociazione fondata per "la diffusione della dottrina sociale della
Chiesa" (autobiografia cantoniana pubblicata su Lo Stato!)
Cantoni sembra misconoscere l’oggetto indiretto del magistero.
55) Cf C. NITOGLIA, Joseph de Maistre esoterico?, in Sodalitium,
n. 49 pp. 13-14. Il richiamo ai Templari è costante in Mordini. Limitandomi al Tempio
del Cristianesimo, egli vede echi templari in S. Francesco (pp. 81 ss.), in
S. Ignazio (p. 192, parlando anche del Graal), nelle Schutzen Staffeln, più
note come S.S. (p. 181, n. 1). La rovina della cristianità ha come data la
condanna dei Templari (p. 158), mentre nel Regno millenario di Cristo sulla
terra vedrà "il trionfo degli eletti, dalla veste bianca e dalla rossa
croce di sangue; bianchi crociati di rosso come i Templari. (...) Sono i
seguaci di Giovanni evangelista [sul mito massonico di s. Giovanni cf
Ricossa, Karol, Adam, Jacob, in Sodalitium, n. 49, p. 40, n. 19]:
i mistici e i militi che, passato il regno dell’Anticristo,
oltre il crollo finale di questa pseudo-civiltà, ricostruiranno l’ordine nuovo
col Cristo imperante" (p. 206) [per la T.F.P., nel ‘regno di Maria’,
domineranno i ‘profeti’ e i ‘cavalieri’].
56) PIER VITTORIO BARBIELLINI AMIDEI, Nota sul tradizionalismo
cavalleresco, in Adveniat regnum, nn. 1-2, anno XII, gennaio-giugno
1974, pp. 71-82.
57) Metapolitica, n. 1, Gennaio-marzo 1999, pp. 2-3, 16-17; PRIMO
SIENA, Attilio Mordini, in L’Alfiere, marzo 1967, p. 4. Mordini
stesso fondò degli ordini cavallereschi: Maria Janua Coeli (cf L’Alfiere,
ivi, p. 8) e l’Ordo pacis (cf A. MORDINI, Il cattolico
ghibellino, op.cit., p. 12). Nell’articolo Maria janua coeli pubblicato
su Adveniat regnum (anno II, n. 1, genn.-febb. 1964, pp. 27-34) Mordini
parla di un gruppo di amici fiorentini che si riuniscono "nei locali
della cappella di san Tommasino in via della Pergola", "sede della
Confraternita della disciplina dei nobili". "È superfluo dire che le
riunioni del gruppo sono del tutto riservate, con quella discrezione che, sola,
esprime la dignità dell’uomo e al tempo stesso la garantisce. Nel suo concepire
il laicato come milizia, come guardia al deposito della tradizione civile per
una formazione veramente cristiana dell’uomo naturale, laico, ma assolutamente
antilaicista, il gruppo si nomina ‘san Bernardo di Chiaravalle’ (...) il santo
abate cistercense così caro a Dante Alighieri, autore del ‘De Laude Novae
Militiae [ scritto per la fondazione, appunto, dei Templari]". I
membri del gruppo ‘San Bernardo’, che dovevano imitare l’Homo Christus Jesus
[alias Adam Kadmon], pregavano per la canonizzazione di Carlo d’Asburgo
(come si farà in Alleanza Cattolica). La Janua Coeli doveva
nascere dal gruppo ‘San Bernardo’(ricordo che per Guénon sia San Bernardo - absit
– sia Dante erano degli iniziati).
58) Dal n. 9 (gennaio-febbraio 1975), iniziò la pubblicazione degli
articoli sul magistero di Vidigal da Silveira
(TFP) sulla possibilità dell’errore nei documenti del magistero e sulla
resistenza all’autorità del Papa (articoli che tanto male hanno fatto ai
‘tradizionalisti’ cattolici). Col n. 19-20 (settembre-dicembre 1976), Cristianità
prese finalmente posizione in favore di Mons. Lefebvre (ma erano i tempi
della ostpolitik vaticana...), mentre nel numero seguente (gennaio 1977)
si attaccava, per la prima volta, Paolo VI (Presenza di Lutero nella ‘Chiesa
Conciliare’). Nel 1977, Cristianità ristampò l’ottimo Il problema
dell’ora presente di Mons. Delassus.
59) Le Serate di de Maistre e il Saggio di Donoso furono
stampate dalle edizioni Rusconi, a quei tempi (anni ‘70), centro di diffusione
dell’esoterismo di ‘destra’, sotto l’influsso di Alfredo Cattabiani, curatore
delle Serate di Pietroburgo. Il Saggio sul principio generatore...,
invece, fu edito da Scheiwiller, uno degli editori di Evola. L’introduzione è
di Roberto De Mattei (allora direttore responsabile di Cristianità), la
traduzione del libro dello stesso e di Sanfratello (co-fondatore di Alleanza),
il volume è a cura di Sanfratello e di Giacomo d’Orsi (che si occuperà in
seguito delle edizioni Il Falco). Nell’introduzione, De Mattei critica
l’"arbitraria lettura ‘martinista’ di de Maistre",
incoraggiata "dagli studi di Emile Dermenghem (...) Auguste Viatte
(...) e Robert Triomphe (...)" nonché "l’introduzione alla pur
pregevole traduzione italiana delle Serate di Pietroburgo" (pp. 13-14,
n. 9) dell’(ex) amico Cattabiani. Ritorna la domanda: conversione o
mascheramento? De Mattei parla di "breve esperienza massonica" di
de Maistre per ostilità alla massoneria o per salvare de Maistre?
Deus scit.
60) Cf la nota 9.
61) È probabile, a mio avviso, che ignorassero quasi tutto di questo
aspetto occulto della T.F.P. Oggi come oggi, però, questo aspetto non può più
essere ignorato, poiché è stato reso di pubblico dominio.
62) Dopo la morte di Paolo VI e l’elezione di Giovanni Paolo II (1978)
la posizione della T.F.P. e di Alleanza Cattolica fu attendista: Plinio
Corrêa de Oliveira temeva che Woytjla seguisse la politica flessibile con il
comunismo dell’episcopato polacco degli anni ‘50. Con il n. 50-51
(giugno-luglio 1979), il nome di Mons. Lefebvre scomparve dalla selezione
libraria, e la foto di Giovanni Paolo II apparve in prima pagina. Dal n. 56, la
foto di Giovanni Paolo II è sistematicamente appaiata allo stendardo di Alleanza.
Giovanni Paolo II ha appena lanciato lo slogan del Concilio alla luce
della Tradizione, e Giovanni Cantoni si chiede, al seguito di Madiran, se
sia "finito il postconcilio" (n. 56, dic. 1979, pp. 10-12).
Erano i tempi del referendum sull’aborto in Italia, Massimo Introvigne, che
ancora non si occupava di magia sessuale, scriveva di già contro la
‘rivoluzione sessuale’ e le esigenze della guerra fredda (?) imponevano di
schierarsi contro i musulmani in Medio Oriente e per i musulmani in
Afghanistan... Quando, finalmente!, Giovanni Paolo II si accorse dell’Aquila
Crociata.... Il
26 aprile 1980 Giovanni Paolo II si
intrattenne con Cantoni, Sanfratello e De Mattei (n. 61, p. 2); seguì più tardi
un’udienza privata, una ‘messa’ (nuova) ed un pranzo presso di ‘Lui’... Cantoni
giunse così a ‘rimangiarsi’ la sua opposizione al ‘referendum’ del Movimento
per la vita (che lasciava in... vita - parzialmente - l’istituto
dell’aborto) (nn. 72 e 73-74, aprile, maggio e giugno 1981). Si consumò così la
spaccatura di Alleanza Cattolica secondo le tre correnti già esistenti:
quella di Sanfratello, quella di De Mattei e quella (che sola continua Alleanza Cattolica)
di Cantoni (ma sia Cantoni che De Mattei resteranno sotto la benedizione della
T.F.P.). Subito dopo, è rottura anche con la Fraternità san Pio X (estate
1981), anche se di ciò non si trova traccia sui numeri di Cristianità di
quei tempi.
63) Riprendo i termini utilizzati dal quotidiano torinese La Stampa nel
suo resoconto di una conferenza tenuta da Introvigne all’Università di Torino
(ex Offidani) per presentare il libro di Gordon Melton Scientology:
"dice anche altro, Introvigne: che gli aspetti giuridici o teologici non
gli interessano mentre trova corretto spiegare, in sede autorevole e pubblica,
cosa Scientology sia. Aggiunge: ‘Nostro compito è aprire la scatola e guardare
cosa c’è dentro. Decidano poi gli altri cosa vogliono fare del contenuto’.
Spiegazione laica, asettica, ineccepibile, e risposta indiretta al tono
polemico con il quale ieri il quotidiano delle Cei, Avvenire, ha commentato
l’iniziativa" (S., 2/12/98, p. 21).
64) "Il CESNUR è indipendente da qualunque Chiesa, denominazione,
organizzazione o movimento religioso. Le affiliazioni religiose individuali
degli amministratori del CESNUR sono diverse fra loro, e non coinvolgono il
CESNUR in quanto associazione" (dal catalogo per il 12° convegno
internazionale del CESNUR, tenutosi a Torino dal 10 al
12 settembre 1998. Alla fine del Congresso, al
quale ha partecipato anche A.A. Mola, dell’associazione per la difesa della
Massoneria, i congressisti hanno visitato il Tempio sotterraneo di Damanhur,
come previsto dal programma: "Il Tempio sotterraneo non è generalmente
aperto al grande pubblico, ma darà il suo benvenuto ai partecipanti al convegno
CESNUR 98. I partecipanti iscritti a questa visita saranno divisi in gruppi per
la visita al Tempio Sotterraneo. Visiteranno pure il Tempio Aperto e la
comunità (...) La cena sarà servita nel noto ristorante gastronomico di
Damanhur".
65) Vedi il mio Alleanza... Massonica? su Sodalitium, n. 46 p. 61.
66) Cf gli interventi degli onn. Maselli e Caccavale al 12° Convegno
internazionale del CESNUR:"a dire che lo Stato, il nostro, già indicato
come uno dei più tolleranti, deve ancor
meglio tagliare lacci e lacciuoli, è venuto ieri sera l’on. Domenico Maselli
relatore di un disegno di legge che modifica la normativa vigente. Il testo si
intitola: ‘Norme sulla libertà religiosa ed abrogazione della legislazione sui
culti ammessi’, significa in pratica ridurre se non annullare qualsiasi
interferenza dello Stato e delle Chiese riconosciute nelle questioni di libertà
religiosa: spazio quindi all’individuo, la libertà di coscienza, di religione e
di culto vanno tutelati come diritti fondamentali" (La Stampa.,
12/9/98, p. 35). Introvigne approva
queste posizioni ultra-liberali: in una intervista alla Stampa del
10 settembre 1998 (p. 15) egli auspica "un
testo unico che cancelli le pastoie della legge del ‘29..." e si
rallegra del fatto "che forse già entro l’anno si firmeranno le intese
con buddhisti e testimoni di Geova. Sarà
un evento storico".
67) Mi riferisco particolarmente ad alcuni articoli apparsi su Orion,
cf Sodalitium, n. 46, pp. 69-70, n. 5. Io stesso ho sposato questa interpretazione,
ibidem, pp. 62 ss., che non esclude ma completa quella che qui espongo. Infatti
è innegabile che fino al 1985 gli articoli di Massimo Introvigne sono
fermamente contro le sette, e ne chiedono la repressione legale da parte dello
Stato.
68) In una replica all’agenzia di Stampa Adista, nella quale
Massimo Introvigne mette pesantemente in causa la rivista Sodalitium lo
stesso ammette ora però di essere stato uno dei fondatori del Gruppo di Tebe
[sulla questione, cf Sodalitium, nn. 38 (Introvigne: dalle messe
nere alla Gran Loggia) e 39 (La ‘smentita’ di Massimo Introvigne)].
69) Al 12° Congresso del CESNUR (Le minoranze religiose e spirituali
alle soglie del duemila), Faivre ha parlato su Le correnti esoteriche
occidentali in questa fine di secolo: continuità e nuove prospettive (Centro
Congressi dell’Unione Industriale di Torino,
10 settembre 1998). Il 7 maggio
1999
Faivre ha partecipato (con Introvigne, Zoccatelli, Santucci e Berzano) alla
giornata di studi organizzata dal CESNUR a Torino su Le dottrine segrete:
Esoterismo, Teosofia, New Age. La giornata di studi è servita anche per
presentare il libro di Faivre, Esoterismo e tradizione, edito dalla Elle
Di Ci (salesiani) per la collana Religioni e movimenti diretta da
Massimo Introvigne (durante il convegno è stato letto un comunicato di Antonio
Girardi, della Società Teosofica Italiana!). Introvigne e Faivre hanno scritto
assieme il libro Pour en finir avec les sectes.
70) M. Introvigne, prefazione ad A. Faivre, L’esoterismo, Sugarco, 1992, p. 9 (ed. fr.: P.U.F., 1992).
71) E. RATIER, Faits & Documents, (n.
27,
15
maggio 1997, p. 5).
72) M. MORAMARCO, op. cit., III, p. 472.
73) Con Massimo Introvigne, Zoccatelli ha in comune la militanza in Alleanza
Cattolica, l’appartenenza al CESNUR ed il fatto di essere un ex-seminarista
(prima della Fraternità san Pio X, poi dei domenicani tradizionalisti di
Avrillé, infine dell’istituto di don Cantoni. Un giorno - così mi han detto -
bussò persino alla porta del ‘seminario’
dell’Istituto Mater Boni Consilii: ma fu una visita senza seguito...).
Prima della conversione, Zoccatelli frequentò ambienti esoterici (come il
gruppo rock crowleyano Temple of Psychick, cf M. Martinez, Storia
Segreta di un Apologeta dei Culti. M. Introvigne, il CESNUR, e l’organizzazione di destra brasiliana
‘Tradizione, Famiglia e Proprietà’. Il testo del Martinez, che si trovava
in rete Internet, è stato oscurato dal provider sotto pressioni del CESNUR) ed
attualmente è diventato uno specialista su Crowley... (cf. Crowley un Mago a
Cefalù, a cura di PL. Zoccatelli, ed. Mediterranee, Roma 1998). Sul "Tempio
della gioventù psichica" (T.O.P.Y.) cf M. INTROVIGNE, Il cappello
del mago, op. cit., pp. 287, 291-293 (lettura vietata ai minorenni!).
74) L. CHARBONNEAU-LASSAY, Il bestiario di Cristo, Arkeios, Roma,
1994. All’opera ha collaborato anche Introvigne (cf i ringraziamenti
dell’editore). Delle edizioni Arkeios ho già parlato su Sodalitium, n.
43 pp. 65-66. La proprietaria (nonché traduttrice del Bestiario) è
Silvestra Palamidessi, e pubblica - tra l’altro - le opere di Tommaso
Palamidessi, "archeosofo": "è stato sotto l’influsso non solo
di V. Soloviev, ma anche di Florensij che Tommaso Palamidessi (1913-1983) ha
fondato a Torino nel 1948 l’Ordine iniziatico ‘Loto+Croce’, divenuto nel 1968
Associazione Archeosofica" (Faivre, op. cit., p.
136).Palamidessi ha scritto molto sul Tantrismo, che, scrive, "non
è una tecnica amatoria, come ingiustamente viene spesso considerato, ma un
sistema filosofico ed ascetico per sublimare la sessualità e raggiungere
l’universalizzazione della coscienza". C’è di che interessare il
Massimo studioso della Rivoluzione sessuale e della Magia sessuale, Introvigne.
75) Questa affermazione è da confrontare con quanto scriveva G. Cantoni
nel 1966, nella sua prefazione a Mito e realtà di Eliade: "il
fine primo (...) di questa apologetica deve essere la difesa della religione
sic et simpliciter e della naturalità del sacro nella vita dell’uomo e
nell’uomo stesso (...) un discorso ‘de vera religione’ dipende e si innesta
solo su di una positiva affermazione ‘de
religione’, senza la quale è vox clamantis in deserto (...)" (p. 13).
Secondo Cantoni, cioè, una apologetica cattolica nel XX secolo deve prima
iniziare l’uomo moderno, ateo e materialista, al "riconoscimento di
profonde motivazioni esistenziali del ‘sacro’, del ‘mitico’, del
‘simbolico’" (p. 16) [in questo senso si deve essere ‘buoni pagani’],
per poi passare a quel sacro particolare che sarebbe quello cattolico, badando
a che questo cattolicesimo includa sempre "il mythos (l’elemento
simbolico e misterico)" e non sia assorbito dall’elemento "discorsivo
e teologico" (M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gnosticismo,
Carnago, 1993, p. 230, cit. da Zoccatelli a p. 46). In pratica, occorrerebbe
iniziare l’uomo moderno a Eliade ["la sua produzione è una costante
perorazione per il sacro (...) si pone quindi come uno strumento insostituibile
nella difesa della religione e nella persecuzione dell’ateismo",
Cantoni, p. 17], Guénon ecc., e poi farlo passare agli autori cattolici, a
condizione però che sviluppino questa medesima prospettiva. Come si vede, dagli
anni ‘60 ad ora, la posizione è la stessa: quella dell’‘esoterismo detto
cristiano’ (in realtà: massonico).
76) Zoccatelli accenna qui, soprattutto, alla R.I.S.S. (Revue
Internationale des Sociétées Secretes) fondata da Mons. Jouin ed approvata
dalla Santa Sede. Nella penna di Zoccatelli il termine "riviste
anti-sette" è altamente spregiativo - vista la campagna sua e di
Introvigne antianti-sette - per cui il lettore è spinto a credere ad una
ingiusta persecuzione degli ‘anti-sette’ contro Guénon.
77) Alludo a due canti di Alleanza Cattolica rispettivamente di
Fabio Di Tullio e Agostino Sanfratello, pubblicati alle pp. 1 e 23 del Canzoniere
(1976).
78) Ricordo come entrambi collaborassero ad una rivista dedicata al
Sacro Cuore. Il primo articolo di Charbonneau (del 1922) collegava il S. Cuore
ai Templari, il primo di Guénon (del 1925) s’intitolava Il Sacro Cuore e la
leggenda del Santo Graal [cf M.-F. James, Èsotérisme et christianisme
autur de René Guénon, N.E.L., Paris, 1981, specialmente: Autour de
‘Regnabit’ (pp. 235-299) col preambolo: Il ‘Sacro Cuore’, soggetto di
predilezione cattolico ed esoterico].
Padre Torquemada
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